Golden power sulla Robox di Novara, azienda attiva nel campo della robotica, con l’obiettivo di fermare il trasferimento di tecnologia italiana in Cina.
Efort Intelligent Equipment, società legata al governo di Pechino, puntava ad aumentare la sua partecipazione in Robox, dal 40% al 49%. Ma il governo si è opposto al trasferimento di tecnologia previsto nell’accordo utilizzando i poteri speciali.
Oltre all’aumento della quota di proprietà del valore di 2 milioni di euro, l’accordo prevedeva infatti che Robox avrebbe autorizzato Efort a utilizzare alcuni dei suoi codici sorgente. Significava mettere nelle mani dei cinesi un pezzo di tecnologia italiana.
E proprio di questo investimento il governo di Draghi ha esercitato il golden power, impedendo a Robox di accettare il trasferimento di tecnologia in Cina – secondo quanto riporta Reuters – senza sollevare obiezioni all’aumento della partecipazione azionaria.
Prima che Draghi diventasse presidente del Consiglio, i poteri speciali erano stati utilizzati soltanto due volte in due anni per bloccare acquisizioni straniere. Ma in poco più di un anno, oltre che su Robox, il governo ha posto il veto in quattro casi, tutti riguardanti la Cina. L’ultimo riguarda Alpi Aviation, l’azienda italiana produttrice di droni che non ha notificato alla presidenza del Consiglio la vendita, avvenuta nel 2018, del 75% delle quote a una società di Hong Kong controllata a sua volta da due gruppi statuali cinesi – un affare annullato poi con un decreto del governo. Gli altri episodi si riferiscono ai settori dei semiconduttori (quelli di Applied Materials Italia e Lpe) e delle sementi (Syngenta).