TELECOM ITALIA

Bernabè: “Scorporo rete, Cda ha elementi per valutare”

In vista del Consiglio di domani il presidente esecutivo di Telecom Italia in un’intervista a Les Echos accende i riflettori sul modello BT: “Ha dimostrato la sua efficacia consentendo alla società di accelerare gli investimenti in fibra”

Pubblicato il 05 Dic 2012

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“Il Cda avrà in mano tutti gli elementi in mano per fare una valutazione. La decisione spetta ad esso. Ai miei occhi il modello BT è interessante perché ha consentito per la prima volta da un operatore storico di aumentare i prezzi e quindi le entrate”. Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom Italia, riprende il tema dello scorporo della rete in un’intervista rilasciata la quotidiano francese Les Echos. Secondo Bernabè “il modello di scissione di BT ha dimostrato la sua efficacia, consentendo alla società di accelerare gli investimenti in fibra ottica e, grazie alla separazione della rete, di costruire un’architettura che la protegge. BT non è un’anomalia, ma una valida esperienza”.

Bernabè dice la sua anche sull’offerta da 3 miliardi di Naguib Sawiris che però si oppone alla scorporo. “Anche in questo caso – puntualizza il presidente di Telecom Italia – spetta al Cda prendere in considerazione l’offerta. Fino ad ora l’offerta è stata generica. Circa la sua posizione sulla separazione posso solo dire che riguarda lui”.

Sul possibile interesse di Telecom Italia sulla brasiliana Gvt, Bernabè chiarisce che Telecom non ha fatto offerte per dei motivi di valutazione evidenti “Tutto quello che si più dire- spiega – è che non abbiamo partecipato al processo di vendita lanciato da Vivendi”.

Infine l’annosa questione del rapporto telco-over the top che il manager definisce sbilanciato. “Per anni le telco hanno sofferto un eccesso di regolamentazione che ha bloccato gli investimenti mentre gli ott hanno operato in totale assenza di regole”. Riferendosi a Google, Facebook, Amazon e Apple, Bernabè ricorda che “queste 4 società rappresentano una capitalizzazione complessiva di 700 miliardi di euro, contro una capitalizzazione di mercato di poco più di 250 miliardi di euro delle telco europee”. “Ognuna di queste società ha un monopolio nel suo settore – conclude – Si trovano nel mirino delle autorità antitrust e delle autorità fiscali. Il trattamento fiscale degli operatori over the top “basati” in Irlanda crea alle telco un enorme svantaggio competitivo”.

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