Il 75% dei siti che vendono musica, video e giochi scaricabili su smartphone e pc non rispettano le regole a tutela dei consumatori. Lo rivela un’indagine condotta dalla Commissione europea che ha censito 333 siti di e-commerce (di cui 159 vendono giochi per minori di 14 anni).
Tra i problemi riscontrati l’esistenza nel 69% dei siti web di clausole inique che escludono la responsabilità del commerciante in caso di danni al computer del consumatore a seguito di un download, che escludono o ostacolano il diritto dei consumatori a cercare riparazione legale o altre forme di riparazione o rendono difficoltoso l’accesso. La Ue ha riscontrati anche clausole che privano i consumatori del diritto di ricevere un nuovo prodotto o di chiedere il rimborso se il prodotto scaricato non funziona.
Male anche il diritto di recesso. Il 42% dei portali non fornisce informazioni chiare sul fatto che, una volta iniziato il download, il consumatore perde il diritto di recesso. Mancano poi informazioni sull’identità, l’indirizzo e la e-mail del commerciante per consentire ai consumatori di contattarli, così come previsto dalla legge: sono 121 (pari al 36% del totale) i siti non a norma.
“I bambini usano con sempre maggior facilità le nuove tecnologie e sanno sin dalla tenera infanzia come scaricare i giochi – spiega Tonio Borg, commissario responsabile per la Salute e la Politica dei consumatori – Una volta però che hanno preso l’abitudine a giocare con un certo prodotto è difficile fermarli. Genitori, state attenti, la metà di questi giochi scaricabili sono pubblicizzati come se fossero gratuiti, ma vi potreste trovare rapidamente davanti a conti stratosferici relativi agli articoli virtuali necessari per continuare a giocare. In generale, l’indagine a tappeto dell’Ue pubblicata oggi indica che la maggioranza dei siti web controllati non fornisce un accesso agevole ai termini contrattuali fondamentali. Nei prossimi mesi le autorità nazionali interverranno per rimettere questi siti web sul giusto cammino.”
Parallelamente a indagine a tappeto, la Commissione ha commissione uno studio complementare. Stando ai risultati, nei siti si è riscontrata l’assenza di informazioni sulle restrizioni geografiche. I consumatori possono non essere in grado di usare il contenuto digitale scaricato in un paese diverso da quello in cui risiedono e i commercianti dovrebbero informarli nel merito: il 73% di tutti i siti web controllati non fornisce questa informazione. Laddove questa informazione è data, è spesso presentata soltanto tra le condizioni generali ed è quindi difficile da reperire.
I giochi pubblicizzati come “gratuiti” spesso comportano qualche pagamento in una fase successiva: circa 9 su 10 siti web non informano gli utilizzatori sin dall’inizio sui costi addizionali o sugli acquisti in corso di gioco per i quali è richiesto un pagamento; anche se questa informazione è spesso menzionata nei termini contrattuali, essa non reca però indicazioni chiare quanto ai prezzi.
Bruxelles fa sapere che le autorità nazionali hanno già iniziato a contattare le imprese e a chieder loro di fornire chiarimenti o di rettificare i loro siti web. In caso di rifiuto, si inizierebbe un’azione legale seguita da sanzioni pecuniarie o addirittura dalla chiusura obbligata dei siti web. Le autorità di forza pubblica nazionali riferiranno alla Commissione entro l’autunno 2013.