L'ANALISI

Startup energetiche, investimenti al top: “iniezione” da 6 miliardi dai big player

Secondo l‘Energy trends report di Ntt Data, il numero di questi impegni ecomomici è cresciuto dal 2008 a un tasso annuo del 17%

Pubblicato il 22 Giu 2022

foto riccardo lorusso

Si fa sempre più consistente l’impegno delle grandi aziende dell’industria energetica verso le tecnologie innovative. Secondo il report “Energy trends” di Ntt Data, gli investimenti di fondi di corporate venture capital in startup del comparto hanno rappresentato un fatturato totale di 5,98 miliardi di euro dal 2018 al 2020.

Lo scopo di questo report è quello di fornire una panoramica generale delle attuali tendenze del macrosettore energetico in termini di investimenti di venture capital in startup tecnologiche e nuovi modelli di business, offrendo la possibilità di anticipare i potenziali cambiamenti del settore tenendo conto degli investimenti effettuati. A tal fine, lo studio analizza diversi trend e business case, offrendo una visione approfondita di quali risposte e soluzioni vengono fornite dall’ecosistema dell’open innovation.

Impegno per un cambiamento di paradigma

Nel settore dell’energia si è assistito a un cambiamento nell’agenda delle imprese causato da varie iniziative come il Green new deal, la legge europea sul clima che mira a rendere l’Unione Europea leader mondiale nella lotta contro il cambiamento climatico, e le obbligazioni NextGen. Questo riflette il forte impegno per il cambiamento del paradigma energetico, dato che il 30% dei fondi totali dell’Ue sarà investito in piani energetici e climatici.  Per questo studio sono stati analizzati gli investimenti delle 33 maggiori aziende del settore energetico per fatturato dal 2018 al 2020, periodo in cui sono stati effettuati 317 investimenti in 258 startup.

Gli investimenti si sono mantenuti su una traiettoria ascendente con una crescita registrata dal 2008 a tassi annui del 17%. Tuttavia, la pandemia che ha colpito nel marzo 2020 ha causato un calo significativo del numero di contratti e investimenti. Queste operazioni, che secondo le stime del settore avrebbero potuto raggiungere i 132 investimenti, sono scese a 46 nel 2020 per un totale di circa 6 miliardi di euro. In termini di cifre massime investite nell’arco di tempo analizzato, l’importo medio dei primi cinque nuovi investimenti è stato di 200 milioni di dollari.

Una novità per il settore emersa dal report di Ntt Data è il cambiamento significativo per quanto riguarda la leadership delle aziende elettriche rispetto a quelle petrolifere. Si tratta di una tendenza che si è invertita negli ultimi tre anni, con queste ultime che hanno preso il comando investendo sino al 20% in più rispetto alle compagnie elettriche.

“Da questo report emerge che, fin dall’inizio, il settore energetico ha considerato l’innovazione un elemento chiave, con un impatto sullo stile di vita di milioni di cittadini in tutto il mondo. Di conseguenza, l’adattamento a queste nuove tendenze viene vissuto come un processo di crescita settoriale, applicando i nuovi modelli energetici del futuro che devono essere efficienti e responsabili sia dal punto di vista sociale che ambientale”, ha dichiarato Héctor Pinar, partner, head of Gas & power at Ntt Data Europe & Latam.

Investimenti per aree geografiche

I principali hub di investimento sono nati intorno agli headquarter delle startup in cui si è investito e si trovano negli Stati Uniti e in Europa, con California e Germania in testa. Gli Stati Uniti rappresentano quasi il 50% di tutti gli investimenti, mentre il vecchio continente quasi il 40%. Tuttavia, questi hub stanno facendo spazio ai mercati emergenti, in particolare al Medio Oriente (8% del totale degli investimenti effettuati). Latam, Asia, Medio Oriente e Africa stanno iniziando a far crescere i loro ecosistemi innovativi, grazie all’impulso che le grandi aziende stanno dando alle startup nelle proprie regioni, impegnandosi a valorizzare i talenti. Questo porterà nei prossimi anni alla creazione di grandi hub che incrementeranno la nascita di nuove startup e soluzioni innovative per il settore, creando a loro volta un maggiore interesse da parte degli investitori a stabilire sedi in prossimità di queste regioni.

Le alternative a ai modelli “classici”

Il contesto del mercato globale, influenzato dall’attuale situazione sociale, ha portato alla comparsa di diverse alternative ai modelli di generazione di energia più tradizionali come il gas e il petrolio. Queste alternative includono i combustibili sintetici e l’accumulo di energia alimentato dalle rinnovabili e dalla digitalizzazione, oltre che dall’idrogeno. I carburanti sintetici sono destinati a fare molta strada nei prossimi anni. Gli e-fuels, prodotti utilizzando l’idrogeno generato da energia rinnovabile e incorporando il carbonio per produrre idrocarburi oppure metanolo o azoto per sintetizzare un carburante alternativo come l’ammoniaca, sono ancora relativamente sconosciuti, ma si prevede che giocheranno un ruolo importante nell’integrare la mobilità elettrica e potrebbero diventare l’alternativa principale quando l’elettricità diventerà impraticabile. In Europa e in altre economie avanzate, il trasporto terrestre leggero si sta orientando verso i veicoli elettrici; nel resto delle modalità di trasporto (terrestre pesante, marittimo o aereo) e delle aree geografiche, la decarbonizzazione richiederà invece soluzioni come gli e-fuels. Questo campo comprende anche la generazione di idrogeno a basse emissioni, una delle tecnologie di cui oggi si parla di più. Si tratta dell’idrogeno verde, prodotto da fonti rinnovabili, e dell’idrogeno blu, prodotto da combustibili fossili con cattura e stoccaggio della CO2. D’altra parte, l’aumento della produzione di energia rinnovabile e la digitalizzazione del sistema energetico stanno accelerando la diffusione dello stoccaggio, in particolare in paesi come India, Italia, Australia, Stati Uniti, Cile, Germania, Giappone e Regno Unito. Le politiche nazionali di molti di questi paesi si stanno rivolgendo allo stoccaggio per ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia, migliorare la resilienza delle loro reti elettriche e spingere verso gli obiettivi di decarbonizzazione delle proprie economie.

“Il report focalizza la sua attenzione sui nuovi trend che stanno caratterizzando il mondo energy; si sta cercando infatti man mano di abbassare il grado di penetrazione dei vettori energetici convenzionali (quali petrolio, carbone, gas naturale) per lasciare spazio alle nuove realtà più sostenibili: idrogeno, bio-combustibili e stoccaggi. Su questo punto Ntt Data sta concentrando i propri sforzi con i propri clienti contribuendo a diffondere la digitalizzazione anche in quest’area e razionalizzando i vari processi e modelli di business che sempre più necessitano di competenze e strutture cross-settoriali e cross-country”, ha dichiarato Riccardo Lorusso, partner, head of Energy & utilities sector at Ntt Data Italia.

Tendenze del settore e visione per il 2030

In definitiva, si prevede che questi dati (volume per investimento, numero di investimenti, Cvc, startup in cui si è investito) continueranno a crescere di anno in anno, grazie alla spinta offerta dagli aiuti governativi e dalle misure varate a favore di questi nuovi modelli. Gli investimenti diretti nelle energie rinnovabili attraverso i fondi Next Generation, o l’impegno di Stati Uniti e Asia verso modelli di produzione, stoccaggio e mobilità più puliti, ci fanno prevedere una crescita esponenziale dell’innovazione nel settore nei prossimi anni, con l’applicazione di modelli disruptive che aumentano il valore del settore energetico e le sue possibili applicazioni. Questa crescita sarà guidata anche dal consolidamento di nuovi modelli di collaborazione tra aziende e startup, modelli molto attraenti per entrambe le parti, che offrono una riduzione del rischio e una maggiore indipendenza per le startup senza limitarne la crescita o l’agilità.

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