In uno scenario nazionale e globale dominato dal rallentamento generale delle attività di Ipo (offerte pubbliche iniziali), il settore tech continua a primeggiare per numero di operazioni, ma la dimensione media delle transazioni scende da 293 milioni a 137 milioni di dollari. Il comparto energetico, con particolare riferimento all’ambito Esg, è invece passato in prima linea per quanto riguarda i proventi, con una dimensione media delle operazioni aumentata da 191 milioni a 680 milioni di dollari su base annua.
La fotografia del mercato italiano
A dirlo è l’Ey Global Ipo Trends Q2 2022 che evidenzia una frenata del mercato mondiale delle operazioni nel secondo trimestre di quest’anno, con l’Italia che registra un calo del 30%. In particolare, l’attività di Ipo sul mercato nazionale ha registrato sette operazioni e ha raccolto 0,6 miliardi di dollari di proventi, con un aumento però rispetto al secondo trimestre 2021 (circa +60%), grazie a una specifica operazione conclusasi a fine periodo.
Il grande numero e il valore delle Ipo che sono state rinviate nella prima metà dell’anno in corso rappresentano un’importante pipeline di operazioni che probabilmente arriveranno sul mercato quando le attuali incertezze e volatilità si attenueranno. Tuttavia, è probabile che persistano forti turbolenze derivanti dalle attuali incertezze e dalla volatilità del mercato. Tra queste, le tensioni geopolitiche, i fattori macroeconomici, la debolezza dei mercati dei capitali e l’impatto della persistente pandemia sul tessuto economico e sociale.
Ey precisa che è possibile aspettarsi che il settore tecnologico continui a essere il più importante in termini di numero di operazioni sul mercato. Tuttavia, con una maggiore attenzione alle fonti di energia rinnovabili a fronte dell’aumento dei prezzi del petrolio, si prevede che il settore dell’energia continuerà a essere in testa per quanto riguarda i proventi delle operazioni più importanti.
L’andamento delle Ipo a livello globale
A livello globale, il periodo preso in considerazione da Ey ha visto l’attuarsi di 305 operazioni che hanno raccolto 40,6 miliardi di dollari, con cali rispettivamente del 54% e del 65% rispetto all’anno precedente. Nel 2022 le Ipo sono state 630 e hanno raccolto 95,4 miliardi di dollari, con un calo rispettivamente del 46% e del 58% rispetto all’anno precedente.
Come performance complessive, sul mercato americano sono state completate 41 operazioni nel secondo trimestre del 2022, registrando 2,5 miliardi di dollari, con un calo del 73% nel numero di operazioni e un calo del 95% dei proventi su base annua. Nel mercato asiatico invece si rilevano 181 Ipo per un valore di 23,3 miliardi di dollari nel secondo trimestre, con un calo del 37% su base annua per quanto riguarda il volume e del 42% per quanto riguarda i proventi. L’attività di Ipo del mercato Emeia (Europe, Middle East, and Africa) nel secondo trimestre del 2022 ha registrato 83 operazioni raggiungendo 14,8 miliardi di dollari, con un calo su base annua rispettivamente del 62% e del 44%.
Le dieci maggiori Ipo in base ai proventi hanno raccolto 40 miliardi di dollari, con il settore dell’energia che ha dominato tre delle prime quattro operazioni rispetto a quello tecnologico.
Le percentuali di capitale raccolto per il settore energetico (29,2%) e tecnologico (17,2%) confermano come in particolare l’Esg continuerà a essere un settore chiave per gli investitori e i candidati alle Ipo.
Ey: “Gli investitori sono sempre più scoraggiati”
“La crescente volatilità del mercato, dovuta all’aumento delle tensioni geopolitiche, a fattori macroeconomici sfavorevoli, all’indebolimento del mercato azionario e delle valutazioni azionarie, e alla deludente performance post-Ipo, che hanno ulteriormente scoraggiato il sentimento degli investitori Ipo, ha vanificato qualsiasi slancio iniziale portato da un anno record di Ipo del 2021”, commenta Paolo Aimino, Ipo e Capital Markets Leader di Ey in Italia. “Con la riduzione della liquidità del mercato e con l’intensificarsi degli effetti dei cambiamenti climatici e dei vincoli di approvvigionamento energetico, osserviamo come gli investitori siano diventati più selettivi e si stiano rifocalizzando su società che dimostrano modelli di business resilienti e una crescita redditizia, incorporando al contempo le tematiche Esg (ambientali, sociali e di governance) come parte dei loro valori aziendali principali.”