LE NUOVE REGOLE

Digital Markets Act, via libera del Consiglio Ue. Stretta sui gatekeeper

Adottato l’atto legislativo che aveva già ricevuto l’ok dell’Europarlamento. Per Facebook & co più vincoli e multe fino al 10% del fatturato. “In Europa ambiente digitale più equo e competitivo”

Pubblicato il 18 Lug 2022

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Via libera del Consiglio Ue al Digital Markets Act. “Il Consiglio Ue ha approvato oggi in via definitiva le nuove regole per un settore digitale equo e competitivo attraverso il Digital Markets Act (Dma) – annuncia una nota della presidenza di turno ceca del Consiglio – Il Dma garantisce condizioni di parità nel settore digitale, stabilendo diritti e regole chiare per le grandi piattaforme online (“gatekeeper”) e assicurando che nessuna di esse abusi della propria posizione. La regolamentazione del mercato digitale a livello europeo – si legge – creerà un ambiente digitale equo e competitivo, consentendo alle aziende e ai consumatori di trarre vantaggio dalle opportunità digitali”.

In seguito all’approvazione odierna da parte del Consiglio della posizione del Parlamento europeo, l’atto legislativo è stato adottato. Dopo essere stato firmato dal Presidente del Parlamento europeo e dal Presidente del Consiglio, sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e inizierà ad essere applicato sei mesi dopo.

Digital Markets Act, cosa prevede

Il Dma  definisce nuove regole per le grandi piattaforme online (“gatekeeper”). Esse devono ora: garantire che l’annullamento dell’iscrizione ai servizi di base della piattaforma sia altrettanto facile dell’iscrizione; garantire l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea, ossia consentire agli utenti di scambiare messaggi, inviare messaggi vocali o file tra le varie app di messaggistica; dare agli utenti commerciali l’accesso ai loro dati di marketing o di performance pubblicitaria sulla piattaforma; informare la Commissione europea delle loro acquisizioni e fusioni.

Ma non possono più: classificare i propri prodotti o servizi più in alto rispetto a quelli degli altri (auto-preferenziazione); preinstallare determinate applicazioni o software o impedire agli utenti di disinstallare facilmente tali applicazioni o software; richiedere che i software più importanti (ad esempio i browser web) siano installati di default quando si installa un sistema operativo; impedire agli sviluppatori di utilizzare piattaforme di pagamento di terze parti per la vendita delle app; riutilizzare i dati privati raccolti durante un servizio ai fini di un altro servizio.

Chi sono i gatekeeper

Il Dma considera gatekeeper le imprese da 7,5 miliardi di fatturato annuo, con 45 milioni di utenti mensili e una posizione di mercato stabile e duratura

I gatekeeper dovranno adottare la massima trasparenza su come gestisce i dati degli utenti, deve permettere loro di uscire dal servizio con la stessa facilità con cui sono entrati, permettere agli utenti di usare app e servizi di terze parti che possono scambiare dati con la piattaforma del gatekeeper e molto altro.

“Se una grande piattaforma online viene identificata come gatekeeper, dovrà conformarsi alle regole della Dma entro sei mesi”, sottolinea il Consiglio. Se un gatekeeper viola le regole stabilite dal Dma, rischia una multa fino al 10% del suo fatturato mondiale totale. In caso di recidiva, può essere comminata una multa fino al 20% del suo fatturato mondiale. Se un gatekeeper non rispetta sistematicamente la Dma, ossia viola le regole almeno tre volte in otto anni, la Commissione europea “può avviare un’indagine di mercato e, se necessario, imporre rimedi comportamentali o strutturali”.

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