L’inflazione si fa sentire sul mercato degli smarphone e trascina in basso la domanda. Emerge dall’analisi di Canalys secondo cui le consegne di dispositivi in tutto il mondo sono diminuite del 9% su base annua nel secondo trimestre. Si profilano “riassestamenti” strategici tra i produttori che dovranno fare i conti con le scorte in eccesso e adeguare i portafogli alla nuova situazione economica. Ma nonostante i venti contrari è Apple a difendersi meglio dalla crisi: incrementate del 3% le vendite rispetto al trimestre precedente pur con modelli di fascia altissima.
Mercato esposto ai venti della crisi
Samsung rimane al primo posto con una quota di mercato del 21%, grazie alla forza della sua “serie A” di fascia bassa, mentre Apple si piazza seconda con una quota del 17%. Entrambe le società hanno ottenuto quote più elevate su base annua.
Ma nonostante Samsung detenga la quota maggiore di mercato, secondo Canalys è Apple a uscire più a testa alta dalla tempesta. Il buon risultato incassato da Samsung è infatti, secondo Canalys, dovuto principalmente al prezzo dei suoi telefoni, inferiore a quelli dell’iPhone 13.
Le cinesi Xiaomi, Oppo e Vivo subiscono ribassi: detengono rispettivamente il 14%, il 10% e il 9% della quota di mercato globale.
In vista promozioni per “smaltire” le scorte
Secondo i ricercatori sarà la fascia media quella più esposta alle turbolenze economiche. I fornitori, si legge nel report, dovranno adeguare i loro lanci per soddisfare consumatori con budget limitato.
Si profilano all’orizzonte una serie di promozioni mirate a ridurre le scorte prima delle festività natalizie.
Secondo l’analista di Canalys Toby Zhu le promozioni telefoniche e le offerte speciali aiuteranno ad alleviare la pressione dell’offerta, ma avverte che i consumatori, “schiacciati dall’inflazione”, non avranno presumibilmente un reddito che consentirà loro di acquistare nuovi telefoni. Inoltre rimangono persistenti gli ostacoli nella catena di approvvigionamento.