Telecom Italia avrebbe “posto in atto un rifiuto (costruttivo) all’accesso alla infrastruttura di rete essenziale da essa detenuta, opponendo agli operatori concorrenti un numero ingiustificatamente elevato di rifiuti di attivazione”.
E’ la conclusione alla quale è giunta l’istruttoria avviata dall’Antitrust italiano nel giugno del 2010 su domanda di Wind e Fastweb, le quali appunto imputavano a Telecom di ostacolare e ritardare le attivazioni di servizi all’ingrosso richiesti da loro richiesti.
Nella notifica alle parti, che chiude la fase preliminare dell’indagine del Garante per la concorrenza, visionata in anteprima dal Corriere delle Comunicazioni, si legge che “le mancate attivazioni dei servizi all’ingrosso nel periodo 2009-2011 hanno consentito a Telecom di contrastare il trend storico di contrazione della telefonia fissa, a danno dei concorrenti”.
Questa pratica, prosegue il documento, è in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea. L’indagine dell’Antitrust in pratica rileva che “in conformità con gli orientamenti giurisprudenziali comunitari e nazionali, i comportamenti posti in essere da Telecom, finalizzati ad ostacolare lo sviluppo dei concorrenti nei mercati al dettaglio, costituiscono una violazione grave delle disciplina a tutela della concorrenza”. Conclusa l’istruttoria, la palla della decisione finale passerà al collegio dell’Antitrust che dovrà prendere la decisione finale, anche dopo aver valutato le controdeduzioni che, probabilmente verso metà gennaio, Telecom Italia presenterà.
“Stiamo studiando attentamente il corposo dossier Agcm (120pagine, n.d.r.). Peraltro si tratta di materia già puntualmente regolamentata dall’autoritaà di settore in base alle direttive europee. Confidiamo nell’accoglimento delle nostre tesi nel corso del completamento dell’iter istruttorio”, fanno sapere da Telecom Italia..
I comportamenti di Telecom, secondo il testo dell’Antitrust, “sono risultati suscettibili di causare un pregiudizio significativo, in quanto hanno avuto l’effetto di rallentare il processo di crescita dei concorrenti nei mercati dei servizi di telefonia vocale e di accesso a internet a banda larga”.
La seconda condotta di Telecom “alla quale viene contestata la natura abusiva” riguarda infine “la politica tariffaria nei confronti della clientela business”.
Della questione si sono occupati anche l’Agcom e l’Organo di Vigilanza che, al contrario di quanto valutato dall’Antitrust, hanno ritenuto superati i rilievi dei concorrenti di Telecom Italia in seguito alla messa a punto di una serie di procedure mirate a rispondere alle contestazioni avanzate. In nuce c’è un conflitto di attribuzione fra i diversi organi di vigilanza.