Trimestrale con luci e ombre per Netflix, che sta vivendo un momento piuttosto delicato anche per via della decisione, comunicata la scorsa settimana, di iniziare a offrire contenuti con interruzioni pubblicitarie. Il gigante dello streaming ha infatti annunciato di aver perso 970 mila abbonati tra il primo e il secondo trimestre del 2022. Una mezza buona notizia, visto che il decremento atteso era di circa due milioni di unità. I sottoscrittori sono attualmente 220,67 milioni, ma la società prevede di incrementare i contratti nel corso dell’estate.
Netflix ha inoltre performato meglio del previsto sul fronte degli utili, registrando un margine di 1,44 miliardi di dollari, o 3,20 dollari per azione, contro i 2,94 dollari attesi dagli esperti, a fronte però di ricavi che, pur in crescita, hanno mancato il consensus: si tratta di 7,97 miliardi di dollari, con un incremento dell’8,6%, mentre gli analisti si attendevano un giro d’affari pari a 8,04 miliardi di dollari.
Le contromisure di Netflix
Netflix ha precisato che le fluttuazioni valutarie hanno pesato su ricavi e redditività e prevede che la crescita dei ricavi rallenterà al 4,7% nel prossimo trimestre. L’azienda sta però approntando una serie di mosse per incrementare la sua base di abbonati e aumentare le entrate. Oltre a continuare la lotta per limitare la condivisione delle password, come detto da inizio 2023 Netflix introdurrà un abbonamento a prezzo inferiore che però includerà gli annunci pubblicitari, la cui gestione è stata affidata a Microsoft. In una lettera agli azionisti, l’azienda ha fatto sapere che il servizio verrà inizialmente lanciato in una “manciata di mercati” dove le spese pubblicitarie sono “significative”.
Il co-Ceo di Netflix Reed Hastings non si è certo nascosto dietro un dito durante la teleconferenza di ieri con cui ha commentato i risultati. “È difficile perdere un milione di abbonati e definirlo un successo”, ha detto il manager. “Abbiamo dei venti contrari in questo momento e li stiamo navigando”, ha rilanciato l’altro co-Ceo, Ted Sarandos, che ha aggiunto. “Abbiamo visto formati di intrattenimento andare e venire, abbiamo visto modelli di business dell’intrattenimento andare e venire e siamo riusciti a crescere attraverso tutti i cambiamenti delle condizioni economiche e dei livelli di concorrenza”.