I separatisti filo-russi hanno annunciato di aver bloccato l’accesso al motore di ricerca di Google nell’autoproclamata Repubblica separatista del Donetsk (Dpr), adducendo come motivo la “disinformazione diffusa da chi è al servizio del governo americano, con cui si incita alla violenza contro i russi, in particolare contro la gente del Donbass”. Questo è quanto si legge in un messaggio postato sul suo canale Telegram da Denis Pushilin, capo dell’autoproclamata Repubblica del popolo di Donetsk.
“Se Google smetterà di perseguire la propria politica criminale e torna ad agire nell’ambito della legge, della morale e del senso comune, non vi sarà alcun ostacolo alle sue attività”, ha spiegato Pushilin, senza circostanziare ulteriormente le sue accuse, alle quali Google stessa non ha risposto. “L’occidente e l’Ucraina stanno esercitando una pressione senza precedenti sulla sicurezza fisica e psicologica della repubblica, e non possiamo più tollerarlo”, ha aggiunto.
Blocco anche nella Repubblica di Luhansk
La Russia lo scorso marzo aveva bandito Facebook e Instagram, dopo che un tribunale russo era giunto alla conclusione che il social network fosse da ritenere responsabile di “attività estremiste”, in riferimento implicito alle restrizioni che Facebook ha disposto nei confronti di media russi e filo russi. Si è adeguata quasi subito l’altra Repubblica separatista, quella di Luhansk (Lpr), che ha bloccato i social network e, secondo quanto riporta Afp, anche Google stessa, lo scorso giovedì.
Da quando Mosca ha invaso l’Ucraina lo scorso 24 febbraio, la Russia e le sue proxies in Ucraina orientale hanno ciclicamente accusato una serie di compagnie occidentali di diffondere “propaganda anti-russa”, descrivendo il conflitto in modo “parziale e unilaterale”. Le repubbliche di Donetsk e Luhansk si sono staccate unilateralmente da Kiev nel 2014, e da lì è iniziato un conflitto con l’Esercito ucraino. Dopo alcuni mesi di invasione, le truppe di Mosca nel corso di questa estate hanno preso il controllo dell’intera regione di Luhansk, con l’obiettivo di arrivare a controllare anche l’interezza di quella di Donetsk.