Il cloud può far risparmiare fino a 14,4 miliardi di euro alle strutture sanitarie dell’Unione europea e del Regno Unito in cinque anni. Lo stima la nuova ricerca del Cloud economics center di Amazon Web Services (Aws). Il risparmio dei costi, equivalente a 5.665 euro per letto d’ospedale, sarebbe raggiungibile attraverso la migrazione dei sistemi It sul cloud e l’eliminazione del costoso overprovisioning delle risorse It (server, storage e database).
La flessibilità del cloud consente, infatti, alle organizzazioni di ridimensionare le proprie infrastrutture in modo che siano veramente adatte alle loro esigenze di calcolo e memoria, evitando sia di mantenere data center più grandi di quanto occorra sia di effettuare nuovi investimenti in server locali. Col cloud si possono automaticamente e dinamicamente aggiungere risorse remote e si paga in base al loro utilizzo effettivo.
Overprovisioning: la sanità paga Pcu e memoria che non usa
L’analisi (“An economic analysis of the cost savings for healthcare providers from Aws cloud”) è stata condotta a livello globale. La ricerca di Aws ha quantificato i potenziali risparmi del cloud per le strutture sanitarie sulla base di 28 casi aziendali per la migrazione dell’infrastruttura It ad Aws di operatori sanitari in sei continenti, includendo sia strutture locali con 300 posti letti sia grandi ospedali nazionali con più 5 milioni di pazienti. L’infrastruttura per gli operatori sanitari inclusa nell’analisi dell’Aws Cloud economics center comprendeva 39.965 server e 17,2 petabyte di provisioned storage.
Lo studio prevede che le strutture sanitarie avranno una spesa quinquennale per infrastrutture It on-premise di 447 milioni di euro. Un’enormità, considerando che, anche al picco di utilizzo, la stragrande maggioranza della Cpu del server rimane sottoutilizzata – di circa il 79% – e che il 23% della memoria sottoposta a provisioning è inutilizzata. Anche tenendo conto dei vantaggi della virtualizzazione la spesa per l’infrastruttura rischia di rimanere regolarmente sottoutilizzata.
Passando a un modello cloud, invece, i fornitori di servizi sanitari pagano solo per le risorse utilizzate. Le 28 aziende sanitarie, secondo l’analisi, potrebbero ridurre fino al 44% i costi dell’infrastruttura It grazie alla migrazione al cloud. Si tratta di un totale di 198 milioni di euro risparmiati.
I dati più recenti di Eurostat indicano che in Ue più Regno Unito ci sono 2,54 milioni di posti letto in ospedale; di qui il calcolo di Aws sul risparmi potenziale per la sanità europea in cinque anni.
Healthcare, più risorse per i servizi e la ricerca
Eliminando i costi dell’overprovisioning, afferma Aws, gli ospedali avrebbero a disposizione più risorse per affrontare aspetti fondamentali come l’assistenza ai pazienti o la formazione del personale, migliorando così i risultati e il progresso della ricerca.
Secondo quanto ha svelato a marzo il rapporto di Censis, in collaborazione con Jannsen Italia, gli italiani desiderano una sanità più paziente-centrica e su misura: il 94,3% auspica una maggiore personalizzazione di cure, con il 92,9% che si aspetta che i percorsi di cura, dal domicilio, al territorio fino agli ospedali, siano modulati sulle esigenze personali del paziente.
Lo studio di Aws ha anche rilevato che il periodo di ammortamento era in media di 15 mesi. E un’ulteriore ottimizzazione delle soluzioni cloud ridurrebbe ulteriormente i costi: secondo uno studio condotto per Aws dalla società di consulenza di benchmarking aziendale Hackett Group, i clienti del cloud di Amazon riducono i costi delle applicazioni di un ulteriore 30% nei cinque anni successivi alla migrazione.