“Mediaset non riattiverà i suoi impianti dismessi negli ultimi mesi nelle valli alpine e appenniniche, a causa del cambio di frequenze. La risposta è stata data nelle scorse ore tramite Pec da Alessandro Capuzzello, Direttore Generale di Elettronica Industriale Spa, società del Gruppo Mediaset, al Presidente dell’Unione montana Valle Stura. Spenti e non riaccesi. Inaccettabile”. C’è grande rammarico e delusione nelle parole di Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, rispetto alla decisione dell’azienda di non riattivare gli impianti dismessi nelle valli alpine e appenniniche, a causa del cambio di frequenze, ponendo un problema per la ricezione dei canali tv da parte delle comunità alpine, dopo la riorganizzazione dei canali tv effettuata dal Mise.
“Le risposte di Mediaset non bastano”
“Avremmo auspicato una risposta diversa. Nonostante la disponibilità data da Elettronica Industriale nel ‘valutare eventuali possibili alternative, idonee a soddisfare le esigenze rappresentate’ dall’Ente, i ripetitori non verranno riattivati. Non possiamo accettarlo”, ha proseguito Bussone. “Auspichiamo Mediaset risponda alle richieste del Mise, dopo la convocazione al tavolo che ha ricevuto, e intervenga sui ripetitori delle valli alpini e appenniniche. Lo spegnimento comporta il dover trovare idonee e celeri soluzioni per l’utenza, ovvero le comunità, ovvero i cittadini. Mediaset smobilita e non cerca soluzioni con gli Enti locali. Non possiamo accettarlo. Sono certo che il Ministro Giorgetti e la Sottosegretaria Ascani impegneranno l’azienda, in un tavolo nazionale, a iniziative per superare la grave situazione creatasi dopo lo spegnimento dei ripetitori”, ha aggiunto.
Parole che sembrano lontane dai toni di giovedì scorso, quando il presidente aveva espresso soddisfazione per le misure del DL aiuti-bis, annunciando poi l’obiettivo della riduzione del digital divide, l’indomani della riorganizzazione dei canali tv sulle frequenze della banda 700 in tutta Italia.
Le misure del decreto Aiuti
“Ritengo molto importanti le misure contenute nel DL Aiuti-bis, varato oggi pomeriggio dal Governo, per l’adeguamento degli impianti di trasmissione radio-televisiva che da inizio anno sono stati spenti per il cambio delle frequenze e per evitare conflitti nella trasmissione. L’articolo 27 è molto importante e ringrazio per il lavoro fatto la Sottosegretaria Ascani, il Viceministro Pichetto, la Viceministra Todde, il Ministro Giorgetti che hanno ascoltato l’invito di Uncem e dei Comuni montani a intervenire”, aveva detto Bussone, ringraziando poi la dott.ssa Eva Spina e il dott. Marco Bani del Ministero per il lavoro svolto con Uncem e con gli Enti montani, che avevano appunto dovuto dismettere gli impianti, con cui le comunità montane accedono la tv, in assenza di EiTowers e RaiWay.
“Pochissimi Parlamentari e pochissimi al Ministero dello Sviluppo economico sapevano, prima di inizio anno, che i Comuni, le Unioni montane, le Comunità montane gestiscono e manutengono centinaia di impianti radio-tv. Quelli per i quali le valli, le comunità non servite da RaiWay ed EITowers, possono vedere la tv. Con il cambio delle frequenze è stato il caos. Con gli Enti costretti a dismettere gli impianti. Ora queste risorse, che dovranno essere incrementate dal Parlamento, permettono un’azione tecnologica di adeguamento”, aveva continuato Bussone.
“Vi sono nel Dl Aiuti-bis 2,5 milioni di euro per le Autonomie locali. Auspico vengano portati a 10 milioni nel lavoro delle Camere per la Conversione. Si potranno così dare fino a 10mila euro agli Enti per adeguare i trasmettitori. E vi sono anche incentivi per i privati cittadini per acquistare piattaforme satellitari, parabole e decoder. 7,5milioni di euro complessivi. La misura è molto importante e sono certo che non finirà al centro di azioni di parte politica, vista la campagna elettorale. Non serve. Evitiamo di mettere cappelli. Il risultato ottenuto è frutto di molteplici incontri con i Comuni, con Uncem del Mise nelle strutture tecniche e politiche. Un lavoro importante”, le ultime sue parole dello scorso giovedì.