Il ritardo italiano nella diffusione della banda larga penalizza fortemente anche le imprese, che perdono così un’occasione di rilancio e sviluppo della produttività. La semplice adsl non è infatti sufficiente a supportare le attività di marketing, comunicazione e gestione interna che il web mette a disposizione del mondo business.
La Fondazione Nord Est ha condotto uno studio fra gli imprenditori del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto Adige per sondare le loro opinioni riguardo all’argomento, cercando in particolare di scoprire se per loro le infrastrutture immateriali abbiano almeno lo stesso peso di quelle materiali nella loro strategia produttiva. L’analisi, realizzata col supporto di FriulAdria Crédit Agricole, ha mostrato poche differenze fra le tre regioni considerate.
Due imprese su tre (67,6%), nel Nord Est, ritengono che le infrastrutture immateriali siano importanti tanto quanto quelle materiali. Proprio per questo, il servizio di telecomunicazioni e telefonia attualmente disponibile è considerato insufficiente dal 55,9% degli intervistati. Fra i principali difetti riscontrati, c’è proprio la difficoltà d’accesso alla banda larga, che non è ancora una realtà per quasi il 40% (38,3%) delle aziende coinvolte nel sondaggio.
Le principali lamentele arrivano dal Friuli, le cui imprese giudicano (per il 68,8%) molto negativamente la capacità delle infrastrutture immateriali presenti nella regione. Bocciature più contenute in Veneto (37,9%) e in Trentino Alto Adige (21,6%). Telelavoro, videochiamate in Voip, teleconferenze e cloud computing sono ancora lontani dal funzionare a regime: questa lentezza impedisce a un territorio già proteso verso il commercio estero di cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione.
Il rapporto della Fondazione Nord Est mette in luce anche i due principali motivi per cui la banda larga non è ancora capillarmente diffusa. Il primo fattore è di ordine economico: i titolari delle imprese dichiarano di essere favorevoli a una maggiore implementazione dell’infrastruttura broadband, ma il maggiore deterrente è l’investimento necessario per avviare e completare i lavori. Il problema è ancora più sentito nelle zone scarsamente abitate, dove non c’è un adeguato ritorno economico.
Il secondo, invece, è un fattore culturale: l’11,9% degli imprenditori intervistati considera le infrastrutture materiali molto più importanti di quelle immateriali, dimostrando di non aver colto appieno le potenzialità dell’informatica e del web. Questo dato può essere confrontato, tra l’altro, con le ultime rilevazioni Istat che nel 2010 contava già l’82,7% delle imprese venete, l’84,9% di quelle friulane, l’84,5% di quelle con sede a Trento e l’86,2% a Bolzano dotate di connessione a banda larga.
Fra le aziende censite dall’Istat, il 55% disponeva anche di sistemi di videoconferenza, il 36,6% si avvaleva di servizi cloud e il 30,3% aveva anche sviluppato piattaforme di e-commerce per i propri prodotti. A un primo confronto dei dati, è probabile ipotizzare anche che le difficoltà di molte imprese non è propriamente nell’assenza della banda larga, quanto nella mancata formazione circa l’utilizzo dei servizi ad essa collegati.