LA CONVENZIONE

Expo 2015, scatta il piano anti cybercrime

Il ministro dell’Interno Cancellieri, il capo della Polizia Manganelli e l’Ad di Expo Milano 2015 Sala firmeranno domani al Viminale una Convenzione per la prevenzione dei crimini informatici sui sistemi di gestione per le infrastrutture critiche di tlc

Pubblicato il 17 Dic 2012

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Prevenire e contrastare i tentativi di accesso illecito ai danni delle infrastrutture informatiche e di telecomunicazione gestite o utilizzate da Expo 2015. Questo l’obiettivo della “Convenzione per la prevenzione dei crimini informatici sui sistemi di gestione per le infrastrutture critiche di telecomunicazione dipendenti da Expo 2015” che sarà firmata domani pomeriggio al Viminale dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, il Capo della Polizia Antonio Manganelli e l’amministratore delegato di Expo Milano 2015 Giuseppe Sala.

Le attività necessarie al conseguimento di tale obiettivo – si legge in una nota del Viminale – saranno assicurate dal Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche e dalla Funzione Sistemi Informativi di Expo 2015.

In Italia intanto sta per scattare l’allerta cybercrime. A più di tre anni e mezzo dalla conferenza organizzata nel secondo anniversario dell’attacco informatico degli hacker russi, che ne 2007 paralizzò per alcuni giorni la maggior parte delle infrastrutture di rete dell’Estonia, il Cert italiano non è ancora operativo, e difficilmente vedrà la luce in tempo per rispettare la scadenza di fine 2012 fissata dalla Ue. Un ritardo che a maggior ragione salta agli occhi se si considera che riguarda un settore in cui la velocità delle risposte è la prima arma, oltre che la più efficace, per contrastare attacchi e intrusioni informatiche.

L’Italia rimane dunque nelle posizioni di retrovia, anche se è molto probabile che la partenza dell’Agenzia digitale, alla cui guida il Consiglio dei ministri ha designato alla fine di ottobre Agostino Ragosa, potrebbe dare un nuovo e decisivo impulso alla partenza del Cert nazionale. Anche perché i temi della sicurezza non possono non essere una premessa fondamentale di quel “piano nazionale dell’Ict” proposto da Ragosa, che vuole chiamare a raccolta attorno a questa idea tutti i player del settore, dalle aziende a ogni livello della pubblica amministrazione: un serbatoio di esperienze e competenze che finora si è sviluppato a spese e per iniziativa dei privati, e che per questo oggi ha bisogno di una piattaforma in cui armonizzare e ottimizzare i risultati, scambiando informazioni preziose con le strutture analoghe del resto della Ue.

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