Il Dl aiuti contiene – secondo la lettura dell’Associazione italiana Internet provider – una serie di luci e di ombre. Tra gli aspetti positivi del provvedimento c’è l’approvazione dell’articolo 37 sulla reazione dello Stato agli attacchi cibernetici, mentre tra quelli negativi c’è il fatto che il decreto ha trascurato integralmente, spiega Aiip, il tema dell’impatto del possibile razionamento elettrico sui servizi Internet e dunque sulla resilienza dell’intera infrastruttura nazionale“.
“Grazie agli sforzi profusi dagli operatori, in autonomia e senza pubblicità – si legge nel comunicato – le reti italiane già godono di un alto livello di protezione. Le violazioni e i danni derivanti dagli attacchi informatici recentemente coperti dalla stampa dipendono, piuttosto, dalla scarsa attenzione dei grandi utenti istituzionali e delle aziende alla messa in sicurezza dei propri sistemi, e a diffuse carenze nella formazione di sicurezza della forza lavoro”.
“Aiip rileva, quindi, una erronea definizione delle priorità per la sicurezza e resilienza delle reti di telecomunicazione – spiega ancora Aiip – Prima di prevedere nuove procedure per la reazione ad attacchi esterni che, allo stato, non rappresenta un profilo realmente ‘emergenziale’, il Dl Aiuti avrebbe dovuto affrontare per tempo il pericolo concreto che il razionamento energetico del prossimo inverno rappresenta per la continuità operativa della rete italiana”.
Poi l’associazione scende nel dettaglio delle proprie perplessità: “È noto che nell’ultimo ventennio c’è stata una riconversione degli impianti di generazione verso il metano, che l’Italia è un grande importatore di energia elettrica e che l’eventuale interruzione o una ulteriore riduzione del flusso di idrocarburi gassosi dalla Russia provocherebbe sicuramente problemi di razionamento elettrico. Senza una pianificazione attenta della distribuzione dell’elettricità e di un piano di salvaguardia dei Pop trasmissivi e dei siti sensibili per gli operatori di telecomunicazione, i sistemi che veicolano i dati delle reti fisse e mobili potrebbero non essere in grado di erogare servizi, causando gravi danni diretti e indiretti difficilmente predicibili”.
A spiegare meglio la posizione di Aiip è il presidente dell’associazione, Giovanni Zorzoni, che sottolinea come “su un tema così importante come la sicurezza della rete e il contrasto ad azioni ostili gli operatori non siano stati minimamente coinvolti. Il risultato, come dimostrano i fatti – denuncia Zorzoni – è una norma che si occupa di questioni virtuali, ma che dimostra una mancata comprensione dei pericoli ben più concreti ai quali stiamo andando incontro. Se anche in questo caso fossimo stati coinvolti – argomenta – avremmo potuto senz’altro contribuire a identificare le priorità ed offrire soluzioni concrete“.
“Preso atto dell’occasione persa da parte del Parlamento – conclude – Aiip chiede al Governo l’immediata istituzione urgente di un tavolo di confronto per individuare soluzioni concrete e praticabili nell’immediato per gestire l’impatto della crisi energetica sui servizi di comunicazione elettronica e su quelli della società dell’informazione”.
7.5 milioni per la tv satellitare gratuita alle comunità montane
Per risolvere i problemi di ricezione del segnale Tv dei residenti nelle aree montane dopo lo switch-off delle frequenze del digitale terrestre e con l’introduzione della nuova codifica Mpeg-4, il Mise ha previsto uno stanziamento di 10 milioni di euro nel Dl Aiuti Bis. Si tratta nello specifico di 2,5 milioni per i ripetitori del digitale terrestre e 7,5 milioni per l’innalzamento fino a 50 euro del Bonus tv per l’acquisto di apparati satellitari. “Abbiamo lavorato molto con la sottosegretaria al Mise Anna Ascani e con i suoi uffici – sottolinea Marco Bussone, presidente di Uncem, l’unione delle comunità montane – Abbiamo fatto almeno una quindicina di riunioni. Il punto da capire ora è come questi fondi verranno spesi. Mancano i decreti attuativi – spiega – con modalità operative e procedure per l’attuazione degli interventi”.
E se per i ripetitori del digitale terrestre “serve un lavoro raffinato per aiutare i sindaci a scegliere la cosa migliore da fare – spiega Bussone – Anche perché alcuni ripetitori non potranno comunque essere riaccesi. Non hanno solo un problema tecnologico, ma anche di conflitto di frequenze“. La soluzione, secondo Bussone, potrebbe essere il segnale satellitare di TivùSat: “Addirittura – spiega – si sta pensando a parabole a largo spettro che riescano ad amplificare il segnale per coprire più abitazioni, se non intere frazioni“.
“Bene l’innalzamento a 50 euro dei voucher per il satellite – conclude Bussone – ma non è chiaro se riguarderanno solo i decoder e le tv o anche l’installazione delle parabole. E su questo ho chiesto un approfondimento al Mise. E poi dobbiamo capire esattamente a chi vanno i bonus: solo ai residenti o anche ai proprietari di seconde case; in quali comuni; e come potranno essere utilizzati. Occorre definire il decreto attuativo e lavorare per accompagnare i territori. I fondi sono il frutto di un lavoro importante, adesso bisogna dare concretezza”