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Cybersecurity, sono 3mila le imprese italiane “anti-hacker”

Le elaborazioni di Unioncamere-Infocamere: nel nostro Paese crescita del 5% in 9 mesi delle aziende che si occupano di sicurezza informatica. Fra il 2018 e il 2020 il balzo più rilevante: +32%. Oltre 29mila gli occupati. Il Lazio guida la classifica nazionale, Campania in vetta al Sud

Pubblicato il 17 Ago 2022

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Le imprese anti-hacker italiane hanno ormai superato quota 3mila unità, e continuano a crescere. Gli operatori ed esperti della cybersecurity negli ultimi nove mesi hanno infatti messo a segno un incremento superiore al 5%, dopo il vero e proprio balzo fatto registrare nel biennio 2018-2020 (+32%). Secondo un’elaborazione di Unioncamere-InfoCamere, pubblicata sull’ultimo numero del magazine digitale Unioncamere, economia e imprese” (consultabile qui: https://bit.ly/3aGevaE), durante lo scorso anno è proseguito anche l’aumento nel numero degli addetti (+700 tra il 2020 e il 2021), passati da 28.400 a 29.100 unità, corrispondenti a una media attuale di 9 addetti per azienda.

Lazio e Campania sul podio delle imprese anti hacker

La concentrazione più elevata di queste imprese si registra nella regione del Lazio, dove al 30 giugno scorso avevano sede 708 imprese (il 22% del totale). Al secondo posto c’è la Lombardia (con 581 imprese). Seguono, per diffusione di imprese anti-hacker, Campania, Sicilia e Veneto (con, rispettivamente, 317, 216 e 209 imprese). Sul fronte degli addetti, le imprese che hanno creato più opportunità di lavoro sono localizzate in Lombardia, Lazio e Trentino Alto Adige che, con i loro 18mila addetti, rappresentano il 62% di tutto il settore. La Campania, al sesto posto in questa classifica, è la prima tra le regioni del Mezzogiorno con 1.461 addetti e il 5% del totale.

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