Samsung Electronics ha ritirato le richieste di ingiunzione contro Apple in cinque Paesi europei – Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Olanda – relative ai brevetti cosiddetti standards-essentials, quelli che coprono aree fondamentali per rispettare gli standard dell’industria, come il 3G o il wifi.
Con una mossa che sembrerebbe “pacificatoria” nei confronti della rivale Apple, Samsung ha oggi assicurato di “restare impegnata a dare in licenza le proprie tecnologie in modo corretto, ragionevole e in termini non discriminatori. Riteniamo – è scritto in un comunicato – che sia meglio quando le società competono fra di loro in modo corretto sul mercato piuttosto che in tribunale”.
Al contrario degli altri brevetti, secondo le normative europee gli standard-essentials devono essere concessi su basi eque, ragionevoli e non discriminatorie (in inglese: fair, reasonable, non-discriminatory, in sigla Frand). E se vengono violati, non si può richiedere né il divieto all’uso né il pagamento di royalties particolarmente elevate. Perciò questi brevetti devono essere concessi obbligatoriamente ai competitor a prezzi vantaggiosi, affinché il detentore della proprietà intellettuale non abusi di una posizione dominante sul mercato. Un esempio su tutti di un brevetto Frand è quello del 3G, di proprietà di Motorola, concesso a tutti gli altri player di settore. La ragione è ovvia: si tratta di una tecnologia essenziale per il funzionamento di uno smartphone, di cui i competitor non possono di certo fare a meno.
La decisione del gruppo sud-coreano sembra anche mirata a compiacere l’Antitrust dell’Unione europea, che già da novembre 2011 aveva chiesto informazioni ai due colossi dell’informatica in merito ad alcuni brevetti ‘essenziali’ della telefonia mobile. Lo scorso febbraio, poi, Apple si era rivolta all’European Telecommunications Standards Istitute (Etsi) affinché Samsung rispettasse le normative Frand, proprio a seguito delle cause intentate dal colosso orientale.
Samsung continuerà comunque a portare avanti le altre cause nelle quali contesta ad Apple l’infrazione di brevetti.