Patrizia Grieco, un passato in Siemens Informatica e in Italtel, è
da meno di un anno l’amministratrice delegata di Olivetti. E dai
suoi uffici a Ivrea, che in passato è stata la culla
dell’informatica italiana, ha ancora un osservatorio privilegiato
su cosa succede nel mondo dell’IT.
Dottoressa Grieco, come sta l’informatica in
Italia?
La congiuntura sfavorevole non ha certamente risparmiato
l’informatica. Il rapporto Assinform valuta che nel 2009 avremo
un calo della domanda di IT del 5,9% e segnala il rischio molto
concreto che la caduta degli investimenti in innovazione possa
accrescere il ritardo rispetto ai Paesi concorrenti. Ciononostante
il mercato IT continua a valere oltre 19 miliardi di euro e inoltre
la crisi non coinvolge tutti i comparti in ugual misura; il
segmento dei software registra una contrazione minima ed è proprio
in questa direzione che Olivetti sta orientando il proprio
riposizionamento, integrando l’offerta con soluzioni in grado di
semplificare e ottimizzare, anche sul versante dei costi, i
processi delle aziende e fornire strumenti che rispondono ai
requisiti di efficienza oggi più che mai espressi dal mercato.
Rispetto al periodo d’oro della Olivetti abbiamo perso
molto lungo la strada. È possibile recuperare, almeno in parte,
quel patrimonio?
Olivetti ha vissuto, nella sua evoluzione storica, profonde
trasformazioni e, pur lontana dal suo periodo d’oro, si conferma
ancora una tra le più grandi aziende italiane di IT con un
fatturato di oltre 350 milioni nel 2008, del quale il 50% viene
generato nei mercati esteri. Lungo questo percorso, insieme alla
notorietà del marchio che è rimasta molto alta, sono state
salvaguardate e arricchite quelle competenze che ci consentono oggi
di operare per un forte riposizionamento verso un mondo di
soluzioni e di servizi. In questo scenario, il patrimonio culturale
di Olivetti non è semplicemente consegnato alla storia del nostro
Paese ma, al contrario, rappresenta uno dei punti di forza
aziendali determinanti per affrontare le nuove sfide.
Pur in assenza di veri e propri big player, l’IT italiano
ha comunque qualche numero interessante, come un mercato da quasi
20 miliardi. Quali sono i nostri punti di forza e quali le
debolezze?
È necessario affrontare il mercato IT cogliendone specificità,
bisogni, potenzialità. Se pensiamo, per esempio, che nel mondo
delle piccole imprese la penetrazione informatica è stimata da
Assinform al 60%, questo dato ci segnala che abbiamo una grande
opportunità. Più in generale si tratta di favorire, da parte di
tutto il Sistema-Paese, un forte orientamento all’innovazione,
con un approccio culturale moderno, che contribuisca a far sì che
il tema dell’innovazione si sviluppi concretamente, superando il
ritardo che abbiamo nello scenario competitivo globale nel quale
vedo il vero punto di debolezza. In compenso è alta la capacità
delle imprese del settore di proporsi come “business partner”
dei clienti, facendo leva su un forte know-how e su una
capillarità della rete commerciale dei dealer, che si stanno
trasformando sempre più in system integrator.
Qual è il ruolo di Olivetti?
Olivetti ha tutte le carte in regola per consolidare una posizione
di tutto rilievo. Vogliamo ampliare l’offerta a nuovi prodotti
quali netbook di ultima generazione e internet data card per la
connessione in mobilità. Ma la vera novità sta nella scelta
strategica di riposizionamento dell’offerta in ambito software e
servizi che amplia notevolmente il nostro potenziale e soprattutto
mira al segmento che risulta meno penalizzato dalla recessione. Con
questi nuovi prodotti ci rivolgiamo prima di tutto alle Pmi; ci
proponiamo al loro fianco come fornitori non solo di tecnologie ma
anche di soluzioni basate sulla semplicità d’uso e su un corredo
di servizi, tra i quali anche un’assistenza tecnica dedicata. La
rete commerciale e l’assistenza tecnica di prossimità al cliente
hanno assunto un ruolo di primaria importanza.
E dal mondo politico che tipo di aiuto vi
aspettate?
Il progetto “Reti Amiche”, gli interventi sulla PA, alcuni
provvedimenti legislativi quali quelli sulla conservazione
sostitutiva e la fatturazione elettronica rappresentano azioni che
oltre a migliorare e semplificare i servizi al cittadino e alle
imprese, favoriscono la diffusione e l’utilizzo delle nuove
tecnologie. Altre azioni che possono favorire lo sviluppo del
comparto IT sono innanzitutto la predisposizione di misure che
agevolino gli investimenti in innovazione da parte delle aziende;
mi riferisco agli incentivi economici e fiscali che da più parti
sono stati già richiesti. In secondo luogo, l’investimento in
formazione, scientifica e manageriale, che consenta di mettere a
disposizione figure di alto livello in grado di accompagnare, su
versanti diversi, il processo di innovazione più volte richiamato.