L’ultima evoluzione del pagamento elettronico si chiama Card 3.0, e anzi non è più solo virtual wallet, ma moneta elettronica arricchita da servizi a valore aggiunto: sviluppata dal gruppo italiano Tas, si tratta non del classico Card Management System, ma di una soluzione per la gestione dei prodotti di pagamento svincolati dal supporto fisico (carta, mobile, ewallet). Un prodotto che può essere utilizzato su più dispositivi e canali (compreso Internet), con un’offerta personalizzabile in base all’utente e la costruzione di una vera “payment experience”.
Tas, che da sempre produce software e servizi per la connessione tra banche, intermediari finanziari e Borse e rappresenta il principale operatore sul mercato italiano nel settore del software bancario per sistemi di pagamento e uno dei primi per la monetica e il corporate banking, ha ideato un prodotto ad alta tecnologia in linea con le evoluzioni del mercato. “La tendenza in atto nell’e-payment porta all’unificazione dei servizi di pagamento con quelli a valore aggiunto (scaricare i ticket restaurant, prenotare i biglietti per cinema e concerti, pagare l’abbonamento ai mezzi pubblici, accumulare punti fedeltà e molto altro ancora) e all’indipendenza dal supporto fisico”, sottolinea il responsabile della Business Unit Sviluppo Business Mobile, Andrea Bianchi.
Se oggi per pagare utilizziamo quasi sempre la carta, in un vicino futuro la moneta elettronica passerà per il chip del cellulare, per un tag Rfid o sarà completamente virtualizzata. In più, gli utenti finali, meno disposti all’utilizzo del contante e sempre più “mobili” e “multi-task”, vogliono, con il loro prodotto di pagamento, contemporaneamente accedere a una gamma di servizi erogati da più fornitori, non solo le banche (clienti di riferimento di Tas) ma anche aziende, centri commerciali, enti pubblici. L’architettura tecnologica con cui è stata sviluppata Card 3.0 risponde proprio a questa esigenza, garantendo flessibilità e rapidità di implementazione. Il sistema, sviluppato dal gruppo Tas, si basa sul modello di programmazione della piattaforma Java EE 6.0 che dà totale indipendenza dall’application server, dal sistema operativo e dal Dbms (il sistema di gestione del database): questo vuol dire portabilità dei servizi senza costi aggiuntivi.
L’approccio Soa della soluzione permette anche di rendere immediatamente disponibile ogni applicazione come Web Service rendendo la soluzione di Tas perfettamente interoperabile. Card 3.0 “è pensata per le banche di tutto il mondo – sottolinea l’ad Valentino Bravi -. Il nostro rinnovamento parte anche da qui”. Infatti, oltre alla ristrutturazione del debito di recente concordata con le banche creditrici, che hanno concesso a Tas uno “sconto” di oltre 50 milioni di euro riequilibrando la situazione finanziaria e patrimoniale della società e garantendo slancio ai progetti del gruppo, i nuovi prodotti e servizi di Tas permettono all’azienda, già presente in Francia, Spagna, Svizzera, Brasile e Stati Uniti, di espandersi ulteriormente a livello internazionale competendo con le sue soluzioni multi-lingua, multi-istituto e slegate dalla parte back-office che è dipendente dalle normative locali.
Tas fornisce il suo prodotto in licenza alle banche ma se queste lo desiderano possono usufruire del cloud di Tas per gestire parte dell’offerta (solitamente l’integrazione di servizi di terzi, mentre i servizi legati al pagamento restano di preferenza sul cloud interno delle banche): un modello che Tas sta sperimentando da anni con la sussidiaria spagnola e che ora ha lanciato in Italia.
Su Card 3.0 Tas ha investito in tre anni oltre 12mila giornate di lavoro, convinta che l’attenzione ai costi non debba mai andare a scapito degli investimenti sull’innovazione – e che il software made in Italy non abbia nulla da invidiare a quello con etichette straniere.