L’attenzione della Cina per alcuni aspetti della capacità innovativa delle aziende italiane, è consolidata: il design, la qualità dei prodotti, la capacità di valorizzare il territorio. A Beijing, Tieanjin, Shanghai, Chengdu, sono attive le collaborazioni tra Italia e Cina sulla base dei due Centri costituiti su iniziativa dei governi: il Cidic (Centro Italo-Cinese per il Design e l’Innovazione) e il Cittc, seguiti con attenzione dall’ambasciata Cinese a Roma. L’interesse della Municipalità di Tianjin pone nuovi temi di grande rilievo: il design inteso come sostenibilità e valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso l’intervento di restauro, conservazione, valorizzazione attraverso le nuove tecnologie. L’Agenzia ha prospettato alla Tianjin Municipal Science and Technology Commission una serie di incontri con la ricerca e l’impresa italiana impegnate sul Cultural Heritage, a partire dalla Piattaforma Cultural Heritage promossa dalla Confindustria e dal Miur con il Ministero dei Beni Culturali.
Alcuni dei temi relativi alle città sostenibili ed in particolare al ruolo dell’innovazione, sono stati il contributo che l’Agenzia ha portato in 4 lezioni desinate al Ministry Of Science and technology della Cina (Most) a Beijing e alla Sepb (Shanghai Municipal Environmental protection Pogram), nell’ambito della attività della Venice International University (Viu) e del Ministero dell’Ambiente. Il programma del Cidic intende realizzare un sito fisico, oltre a quello web, con un intero piano alla Tongji University di Shanghai, dove saranno ospitati i professionisti e le imprese che vogliono incontrarsi, non solo sul design industriale ma sulla città e sul suo sviluppo sostenibile. I temi della città sostenibile (o Smart City) cominciano prepotentemente ad affermarsi nel colloquio con i partner cinesi, non come uno slogan che viene dall’Europa, ma come un’area di interesse e di cooperazione.
Ma c’è un terzo punto di collaborazione tra, anch’esso segnato dalla potenzialità di un Centro, quello per l’e-government, collocato presso il Politecnico di Torino e che l’Agenzia contribuisce a far partire. Il Centro potrà veicolare e promuovere le applicazioni di e-government dall’Italia alla Cina e la sanità può dare uno stimolo alla cooperazione. Innanzitutto perché la sanità italiana è una delle migliori del mondo e in Cina lo sanno e sanno anche che non è una delle più costose del mondo.
Durante la missione dell’Agenzia in Cina, sono stati raggiunti importanti risultati, con l’accordo firmato venerdì 19 ottobre all’Ambasciata Italiana di Beijing dalla Dedalus, una delle eccellenze nel settore software per la sanità. A due anni dall’ingresso del fondo sino-italiano Mandarin nel capitale di Dedalus, l’amministratore delegato e azionista di controllo dell’azienda Giorgio Moretti ha firmato l’accordo societario con la controparte cinese Daqing Sunway Software Technology, un accordo che vale 60 milioni di renminbi, poco meno di 8 milioni di euro, e che apre la porta del mercato sanitario della Cina. Una Cina in piena trasformazione del settore, con investimenti previsti per centinaia di miliardi di dollari. Dedalus e Sunway condivideranno la piattaforma di interoperabilità per lo scambio di informazioni tra istituzioni pubbliche e operatori sanitari è tutto l’apparato tecnologico che supporta le tessere sanitarie. Un accordo che pone l’intero sistema italiano all’avanguardia nel mondo. Non a caso gli accordi tra Dedalus e Sunway guardano a un orizzonte più ampio e prevedono un’opzione d’acquisto per l’azienda fiorentina sul socio cinese. La prospettiva è che i contatti in corso con altre province possano tradursi in nuovi accordi.