Settembre è arrivato e i partiti sono alla corsa della migliore piazza da conquistare con promesse elettorali e slogan di ogni tipo per incentivare un elettorato stanco e sfiduciato dalle istituzioni che da oltre dieci anni vivono una profonda crisi rappresentativa. Una sfida in primis culturale che ha visto un iniziale deficit contenutistico su molteplici dossier di grande attualità: dal tema della crisi energetica, all’attuazione della transizione ecologica, fino ad arrivare alla transizione digitale ed alla sua evoluzione. Una consapevolezza diffusa che questa campagna elettorale porta i partiti a dover rispondere a temi e dinamiche completamente nuove ed inedite al dibattito politico classico italiano.
Si parte proprio dal tema del digitale, materia centrale negli ultimi tre governi, tanto da averci creato un ministero dedicato e dove oggi su tale comparto i partiti dedicano poche righe sui programmi elettorali, soprattutto se applicato ad un cambio di paradigma e di approccio completamente inedito da quando esiste “l’epoca pre e post Covid”.
Una scelta condivisa a livello politico che rischia di tradire però le aspettative del PNRR e soprattutto dei suoi protagonisti, ossia la Next Generation che ha visto in tale piano un riscatto morale politico senza precedenti.
Ebbene secondo l’Angi (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) che da anni è attiva a monitorare e a stimolare il dibattito pubblico su tali tematiche, attraverso non solo eventi, ma soprattutto attraverso audizioni e proposte condivise con le aule di Camera e Senato e con i Ministeri competenti, ritiene centrale non disperdere un patrimonio umano di competenze e progetti che oggi non solo hanno un valore, ma danno una chiara chiave interpretativa di come il nostro Paese può essere nuovamente pioniere nella sfida del futuro su molteplici scenari, quali quello della competitività e dello sviluppo sostenibile, grazie proprio ad un investimento strategico nella formazione e nella crescita di una coscienza nazionale digitale.
Su questo punto è indicativa la necessità di nuove basi culturali per affrontare il mercato a firma 5.0 in cui l’intelligenza artificiale e big data stanno modificando i grandi asset della produzione del valore e da domani anche le nostre abitudini e la nostra vita lavorativa e non contrastarli o ridurli a paragrafi a pie di pagina.
Fondamentale sarà rimuovere le difficoltà che frenano le famiglie e le imprese ad avere una connettività diffusa e stabile in tutta la penisola italiana, garantendo servizi, sviluppo, progresso e benessere nei territori in maniera equa e competitiva non solo a livello territoriale, ma soprattutto a livello internazionale. Oggi un’impresa non può permettersi di avere un gap per natalità, ma viceversa possedere la stessa rete di servizi pubblici in maniera agevolata ed in grado di fornire quel know how che possa valorizzare il privato nella ricerca e nell’ampliamento di mercato.
Il ruolo della banda ultralarga per essere competitivi
L’accesso, infatti, a Internet a banda ultralarga anche nelle aree rurali potrebbe inoltre contribuire al rallentamento del declino demografico che coinvolge tali aree, specie se accompagnato da un approccio “learning on-the-job” al fine di rendere i sistemi di istruzione e formazione più in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro, nonché di promuovere l’occupabilità dei giovani e l’acquisizione di nuove competenze.
L’approccio della PA
Strutturalmente innovativo deve essere quindi il rapporto e l’approccio con la PA che deve valorizzare la nuova industria, come il fintech, l’intelligenza artificiale, la robotica, l’agrifoodtech, l’aerospazio, il metaverso in un’ottica di crescita collettiva comunitaria, in una sorta di comunità olivettiana, in cui la somma dei servizi crea l’ecosistema dove lavoratore ed impresa crescono reciprocamente.
Grandi passi sono stati già fatti, basti pensare alla recente rimonta nella classifica Desi e ai passi in avanti che il nostro Paese ha fatto per creare e far crescere un ecosistema digitale che valorizzi l’uomo, le sue competenze e la sua capacità lavorativa. Uno sforzo collettivo che ha dimostrato ancora una volta come Stato, imprese e corpi intermedi possano creare un valore condiviso per la comunità.
Non possiamo dimenticare inoltre il grande contributo che ha giocato il Pnrr e l’Unione Europea per raggiungere questi primi importanti passi; una direzione che non possiamo invertire, ma potenziare con dialogo e linguaggi condivisi per mantenere un’interlocuzione stabile e pro attiva per raggiungere e dare risposte alle nostre famiglie, imprese e alle future generazioni.
Il lavoro quindi svolto in questi quattro anni è tanto, ma il nuovo Parlamento e il nuovo Esecutivo hanno ancora importanti dossier sul tavolo, uno per tutti la cybersicurezza che oggi rappresenta una priorità per garantire una sicurezza diffusa per i cittadini e non solo.
Il sogno industriale delle Start Up italiane
Un tema fra tutti è quello legato allo sviluppo del mondo Start Up dove la nostra Associazione si è messa in prima linea con molteplici interlocuzioni istituzionali sia attraverso audizioni alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica sia attraverso tavoli tecnici ministeriali ha voluto valorizzare il tema giovani, start up e transizione 4.0 dove sburocratizzare, formare e competere, rimangono le tre parole chiave per la sfida imprenditoriale giovane in questo Paese. Fondamentale sarà una sandbox normativa per i nuovi pionieri del mercato digitale e non solo, favorendo così la creatività, ingegno e visione per un’Italia al passo con i tempi. Allo stesso tempo la politica dovrà essere impegnata a difendere le nostre industrie e i nostri asset strategici – grazie ai principi del Golden Power – secondo un principio non solo di sicurezza, ma anche di impatto sociale che queste realtà innovative comportano per la nostra economia.
Il ruolo della Cyber
Come Angi (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) abbiamo sottolineato, su tale materia, nel recente Cybersecurity Summit a Roma la necessità di creare una cabina di regia comune su questo tema, capace di creare un tessuto produttivo attento nella creazione di una consapevolezza collettiva su tale mondo, valorizzandone un mainstream anche imprenditoriale legato al concetto di difesa, della sicurezza nazionale e della space economy.
Territorio e turismo digitale come sintesi della coesione territoriale
Necessario sarà secondo noi, inoltre, un secondo approccio integrato per quel che riguarda il tema del turismo digitale e del ruolo dei territori, promuovendo e sviluppando piattaforme big e open data per la raccolta di dati sulla mobilità turistica e l’upgrading tecnologico delle infrastrutture di trasporto mediante l’offerta di servizi digitali integrati lungo tutta l’esperienza di viaggio del turista, in modo da poter offrire soluzioni e opportunità che non vadano ad intaccare i risultati già ottenuti dalla comunità locali e che possano offrire informazioni utili alla comunità per prospettive di investimento e aumento dell’offerta turistica. Un chiaro esempio quindi di ripopolamento del tessuto economico, indice di una coesione territoriale concreta e propositiva capace di poter dar vita ad un concetto di Smart City matura.
Smart City e la sfida della rigenerazione urbana
Su questo fronte si gioca la sfida italiana della rigenerazione urbana. L’obiettivo infatti del prossimo Parlamento consta nel tentare di ricostruire un modello socio-economico capace di coniugare una nuova visione attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: un paradigma inedito in cui la visione pubblica e privata trovano sinergia e modello nei luoghi della produzione del capitale umano ed economico, ossia all’interno delle politiche del lavoro e della produzione.
Da qui quindi l’operatività di riscontrare modelli passivi e ripensarli in soggetti attivi ed intelligenti in cui la sostenibilità intesa solo di natura ambientale possa essere anche allargata e matrice di efficienza e produttività per le unità ad essa collegate.
Un modello abitativo funzionale che desidera riconsiderare quindi la città nell’insieme più intimo della sua essenza: ripartire non dalle fondamenta di un edificio o la sua ristrutturazione intesa come incipit di modernità, ma come modello attivo ed intelligente di socialità collettiva.
Il tema della mobilità integrata
L’approccio territoriale alla Smart City non può escludere quello sulla mobilità. La mobilità intesa infatti come capitolo integrante della coesione territoriale desidera essere frutto di un coordinamento ampio ed inclusivo in cui la cittadinanza attiva predispone l’esigenza di una cultura del servizio territoriale integrato e di valore non solo per la comunità, ma per l’intera area vasta di riferimento, confrontando e valutando le migliori soluzioni senza cancellare o rimodulare l’habitat quotidiano e lavorativo.
Il nodo energia e la partita dell’Agenda 2030
Un ulteriore nodo cruciale sarà applicato nel campo energetico e nella transizione ecologica su cui la nostra Associazione, grazie anche al recente Smart Energy Summit, ha evidenziato all’attenzione della politica partitica la necessità di trovare soluzioni che valorizzino, in questa prima fase della crisi, un mix energetico strategico e funzionale, senza mai dimenticare però gli obiettivi dell’Agenda 2030 e il grande rischio di rimanere impantanati in una morsa di investimenti lasciati a metà strada su molteplici fronti, primo tra tutti sulle rinnovabili e sui nuovi modelli di mobilità sostenibile integrata.
Non possiamo infatti perdere di vista gli obiettivi dell’Agenda 2030 e il PNRR con la partita enorme giocata sul tema sostenibilità che oggi trova resistenza e diffidenza da parte dei privati e dall’ecosistema produttivo a causa della recente crisi energetica.
Un richiamo al dialogo istituzionale
Tante sono quindi le sfide su cui le forze politiche dovranno confrontarsi e auspichiamo un coinvolgimento attivo, come già fatto in questi anni, in un percorso di valore che possa testimoniare ancora una volta l’importanza dei giovani, dell’innovazione italiana e della sua forza propulsiva.
L’impegno dell’Angi – Associazione Nazionale Giovani Innovatori
Come Angi lo abbiamo fatto a Milano con il nostro primo Young Innovators Business Forum presso la prestigiosa sede storica della Borsa di Milano a Palazzo Mezzanotte, avvenuto poco prima della crisi istituzionale, proprio per rilanciare quel patto sociale tra il mondo del lavoro e delle istituzioni, affinché ancora una volta i giovani siano veramente al centro dell’agenda setting dei partiti e delle scelte pubbliche.
Noi come Associazione Nazionale Giovani Innovatori rilanciamo la sfida del confronto e della crescita attraverso condivisione e dialogo istituzionale e partitico anche attraverso le nostre grandi manifestazioni e i nostri appuntamenti come quello dedicato al primo festival italiano del metaverso a Torino il prossimo ottobre e come il Premio Nazionale Angi- Oscar dell’innovazione che rappresenta un punto di riferimento per la giovane imprenditoria e per l’ecosistema digitale (giunto alla sua V edizione che sarà a Roma il prossimo dicembre). La sfida del digitale è appena iniziata e come Angi desideriamo giocarcela in squadra sia con le istituzioni e sia con tutti coloro che credono in un approccio solidale ed inclusivo a tale materia.