“Siamo preoccupati: i ritorni sugli investimenti e la capacità di innovazione delle società di telecomunicazione europee è inferiore rispetto a cinque anni fa”. Il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao ha scelto il palco del Forum Ambrosetti per accendere i riflettori sulla necessità di una “fai remuneration per le telco”.
“Il governo italiano insieme a quello francese e a quello spagnolo invita la Commissione europea ad occuparsi della reddittività del settore delle telecomunicazioni e a cominciare a pensare a un concetto di fair remuneration per quello che le società fanno. Non è un atteggiamento punitivo nei confronti dei big tech, di Netflix, di Google, ma è chiedere che l’Europa si occupi di fair remuneration”.
Dsa e Dma: “Regole fondamentali per evitare oligopoli”
Il ministro ha anche aggiunto che “il Digital Markets Act, Digital Services Act e il Data Act creeranno le condizioni per abilitare l’innovazione, favorire la crescita di nuove imprese e raggiungere un equilibrio tra le imprese europee e quelle extraeuropee che operano nel mercato interno. Non possiamo avere grandi società europee se i nostri – pochi o tanti – unicorni vengono acquistati o le startup soffrono per mancanza di scala o svantaggi competitivi rispetto alle grandi piattaforme tech. Quindi questi regolamenti sono fondamentali per sostenere l’innovazione ed evitare l’instaurarsi di oligopoli inattaccabili, incoraggiare gli investimenti e incorporare la protezione dell’innovazione e delle responsabilità nelle leggi e nei diritti”.
Chips Act, 43 miliardi fra investimenti pubblici e privati
“Lo European Chips Act rappresenta un passo avanti significativo per permettere ai governi europei di sovvenzionare gli investimenti attraverso regole più flessibili sugli aiuti di Stato. Ci aspettiamo che mobiliti oltre 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati”, ha detto Colao ricordando che “poche settimane fa il produttore di chip americano Intel ha annunciato 33 miliardi di euro in strutture europee: una Fab, una struttura all’avanguardia per la produzione back-end, un hub di ricerca e sviluppo e progettazione, capacità di laboratorio ampliata e una collaborazione estesa sull’informatica. La società ha anticipato che potrebbero esserci ulteriori investimenti, che dovrebbero più che raddoppiare nei prossimi 10 anni”. Nessun commento però sul piano previsto per l’Italia di cui finora non sono stati svelati dettagli da parte del colosso americano.
Crisi energia: “Accelerare sulla digital transformation”
“Raccomanderei a qualsiasi governo di proseguire con la mia transizione e quella del ministro Cingolani”, ha detto Colao evidenziando che “proprio perché abbiamo una pressione economica dobbiamo accelerare sulla digitalizzazione. Alla luce del problema energetico è importante applicare la tecnologia più in fretta di prima. La tecnologia è deflattiva, fa ridurre i costi per sua natura, bisogna accelerare per ridurre i costi e mettere le risorse altrove. Auspico che le due transizioni, digitale e green, restino altamente al centro dei programmi di qualsiasi governo futuro”.
Rete unica Tlc: “Non ridurre la concorrenza”
Riguardo a un altro dei dossier caldi, quello sulla rete unica Tim-Open Fiber il ministro Colao ha ribadito che “sicuramente si dovrà pensare anche a dei consolidamenti, senza la riduzione della concorrenza. In Italia c’è una situazione che è quella di Tim. che seguiamo con grande attenzione. Non vogliamo prendere le parti di nessuno, ma ci interessa che ci sia un’infrastruttura nazionale di grande performance e di qualità e preservare la concorrenza. Se questo deve avvenire attraverso la fusione di alcuni componenti di Tim e Open Fiber ben venga, basta si preservi la concorrenza”.