“Ho cancellato il beauty contest”, ma per fare l’asta per le frequenze tv “aspettiamo il via libera Ue e Agcom”. Lo scrive oggi esordendo su Twitter il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, aggiungendo che “abbiamo sollecitato, l’asta si deve fare”. Questa la replica del ministro ai nuovi ostacoli nel tortuoso percorso dell’asta per le frequenze tv (ex beauty contest), che arrivano da Croazia e Malta. I tempi dell’asta, dai quali secondo stime di Mediobanca lo Stato potrebbe incassare una cifra compresa fra 1 e 1,5 miliardi di euro, rischiano di allungarsi ulteriormente. Lo scrive oggi la Repubblica, secondo cui a complicare i piani del Ministero dello Sviluppo Economico sono ora Malta e Croazia, che hanno presentato formali proteste all’Agcom nell’ambito della consultazione pubblica aperta a dicembre sullo schema di regolamento di gara. Motivo del contendere le interferenze che arrivano dall’Italia e che disturbano la ricezione del segnale televisivo nei due paesi vicini.
A questo punto, secondo Repubblica, non soltanto è sfumato l’impegno preso da Corrado Passera di effettuare l’asta entro il 2012, o quanto meno entro la fine del suo mandato, ma che ora l’iter della gara rischia di subire nuovi intoppi, dopo le proteste arrivate dall’Estero.
Il problema delle interferenze ai danni dei nostri vicini affonda le sue radici in decisioni non risolte dal Governo Monti prese dal Governo Berlusconi, aggiunge la Repubblica, che decise di assegnare alla Rai delle frequenze digitali per servire le regioni adriatiche, anche se il segnale invadeva il territorio del nostro vicino croato; la Rai contesta l’inadeguatezza delle frequenze davanti al Tar, che le danno ragione. Nel suo ricorso, Viale Mazzini chiede nuove frequenze che non interferiscano con le emittenti dei Paesi vicini, chiedendo che vengano prese da quelle da mettere all’asta. Nel secondo caso, quando Mediaset e Telecom Italia ottengono frequenze per lanciare il digitale terrestre in Sicilia, interferiscono con il segnale di Malta, che protesta in tutte le sedi italiane e internazionali; anche Mediaset e Telecom si dicono pronte a togliere il disturbo ai maltesi, ma chiedono frequenze pulite in cambio. Al Ministero sdrammatizzano il problema e le richieste di Rai, Mediaset e Telecom Italia non saranno accolte. Non si vuole intaccare il patrimonio di canali che deve andare all’asta.
La palla per il momento è in mano a Bruxelles, che sta esaminando lo schema del regolamento di gara dell’ex beauty contest, inviata all’Ue lo scorso 20 dicembre dopo il via libera del consiglio dell’Agcom.
Di certo senza il via libera Ue l’asta non può essere bandita, ma a questo punto il parere di Bruxelles non si dovrebbe fare attendere. Detto ciò, resta da vedere se i tempi tecnici consentiranno all’attuale governo di bandire l’asta e soprattutto, come osservano fonti di mercato, se l’asta rientra negli affari di ordinaria amministrazione per il quale l’esecutivo è tuttora in carica.
Sono sei i multiplex messi all’asta nell’ambito dell’ex beauty contest: tre del sottoinsieme U (lotti U1, U2, U3), con un diritto d’uso per cinque anni, in quanto la banda 700 MHz dovrà essere ripianificata; tre del sottoinsieme L (lotti L1, L2, L3) destinati alla sola TV per 20 anni. “Le previsioni normative della legge 44/2012 – che ha dato avvio alla procedura di gara – hanno portato l’Autorità a riservare un diverso trattamento alle frequenze della banda 700 Mhz, destinate in un prossimo futuro al radiomobile di nuova generazione (Lte): un segnale chiaro della strategia dell’Autorità che mira all’uso efficiente delle risorse frequenziali”, scrive l’Agcom, mostrando un fortissimo commitment dell’Agcom per lo sviluppo della banda larga mobile.
“Lo schema di provvedimento approvato rappresenta la condizione per chiudere la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia”, fa sapere l’Agcom.
Lo schema prevede che nessun operatore TV possa arrivare a detenere più di 5 mux, all’esito della gara. Rai e Mediaset dispongono già di 4 multiplex per il digitale terrestre, ma entrambe ne hanno anche un quinto, per altri utilizzi: quello della Rai è destinato al Dvbt-2 (il digitale terrestre di seconda generazione), quello di Mediaset utilizzabile per la tv via cellulare (il Dvb-h). Per partecipare alla gara Rai e Mediaset dovrebbero restituire i multiplex in più di cui dispongono per non superare il tetto antitrust.
Lo schema di gara consente di concorrere per tutti e tre i mux riservati (lotti L), con scadenza d’uso ventennale, ai soli operatori nuovi entranti o piccoli (ossia che detengono un solo mux). Fra i player che dispongono di un solo mux ci sono Europa 7, D Free di Tarak Ben Ammar, Rete Capri, che potranno partecipare all’asta per tutti e tre i mux del lotto L, quello più pregiato.
Il provvedimento dell’Agcom consente agli operatori già in possesso di due mux di concorrere per due dei tre mux riservati, mentre limita a un solo mux riservato la partecipazione degli operatori integrati attivi su altre piattaforme. In quest’ultima categoria ci sono soggetti come Sky e Telecom Italia, già operativi su altre piattaforme (satellite e telefonini) che potranno quindi concorrere esclusivamente per l’assegnazione di un multiplex.