IL REPORT

Digitale, cresce la leadership femminile. Ma gli unicorni restano affare da uomini

La presenza nel mondo tech è salità del 20% in tre anni. Ma nei primi mesi di quest’anno solo 10 delle nuove 100 startup del valore di oltre un miliardo di dollari sono guidate o fondate da donne. La fotografia scattata da Klecha & Co

Pubblicato il 07 Set 2022

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Nell’’ultimo triennio la leadership femminile nel settore tech è progressivamente cresciuta (+20% complessivo) e si stima che entro il 2022 una donna su quattro ricoprirà ruoli manageriali nelle principali organizzazioni tecnologiche globali (+4% rispetto al 2019). Si registra una lieve crescita delle donne che operano in ambito tech (+ 6,9%), mentre l’impiego di donne con ruoli ad alta specializzazione tecnologica è cresciuto del +11,7%.

Lo rileva Klecha & Co. – investment bank paneuropea indipendente specializzata nei settori tech – dedica il suo nuovo insight report, dal titolo “Women Tech Entrepreneurs”, al ruolo delle donne nel settore tecnologico.

Unicorni tech lanciati da donne

Ad oggi, nel 2022, sono nati 100 nuovi unicorni tecnologici, ma solo 10 hanno almeno una cofondatrice donna. Tra queste figurano aziende come Stax, società di pagamenti con sede in Florida, Globalization Partners, una piattaforma di Hr con sede a Boston, e Insider, consumer service con sede a Singapore.

Nel 2021, invece, sono sbarcati in borsa 124 unicorni tech: 19 di questi sono stati fondati da donne, il numero più alto di sempre. Nello stesso anno, 7 società tech fondate da donne hanno raggiunto in borsa valutazioni superiori al miliardo di dollari: tra queste, la società di identità biometrica Clear, la società di abbigliamento Figs, il marchio di moda online a.k.a. brands e le aziende biotecnologiche Lyell Immunopharma, Humacyte e Immunocore e l’app di appuntamenti Bumble, guidata da Whitney Wolfe Herd, la più giovane ceo ad aver quotato una società negli Usa.

Più in generale rispetto al settore tech, nel 2021, sono entrate nel Crunchbase Unicorn Board – che individua le startup che hanno raggiunto una valutazione pari o superiore al miliardo di dollari – ben 595 aziende: solo 83 di queste avevano alla guida fondatrici o co-fondatrici donna, un numero ancora ridotto, ma più che quadruplicato rispetto al 2020 quando furono solo 18.  Tra gli 83 unicorni al femminile del 2021, è stata Papaya Global, piattaforma di HR Tech con sede a New York, ad aver raggiunto la massima valutazione, con 3,7 miliardi di dollari.

Guardando all’Europa e oltre l’ambito tech, secondo l’analisi di Sifted, sono state 23 le exit di successo guidate da donne, in crescita rispetto alle 14 del 2020 e alle 8 del 2019.  Complessivamente, negli ultimi 15 anni sono state 87 le co-fondatrici donna che hanno gestito con successo exit in diversi settori in tutta Europa per un valore di 22,3 miliardi di euro – tra cui 19 IPO – contro le 899 gestite da uomini. Nel settore tecnologico, è stato l’health tech a registrare il maggior numero di exit femminili, seguito dal fintech. 

Venture capital al femminile

Nel 2021 l’Europa ha visto la crescita di fondi dedicati esclusivamente o prevalentemente alle imprese create da donne, tra cui quelli di Pink Salt Ventures nel Regno Unito, Auxxo in Germania e  la venture capital polacca Kinga Stanislawska, che sta peraltro promuovendo presso la Commissione Europea uno stanziamento di 3 miliardi di euro per le imprese di venture capital guidate da donne, e alcune Venture Capital guidate da donne, come Rethink Impact, si stanno focalizzando sul supporto ad aziende tech a forte valenza sociale.

In generale, secondo la Wharton Social Impact Initiative, oggi sono circa 80 i fondi – con capitali complessivi da oltre 1 miliardo di dollari – che investono principalmente o esclusivamente in imprese fondate o guidate da donne. 

“Il contributo delle donne al business può creare un circolo virtuoso anche nelle nostre economie – afferma Fabiola Pellegrini, co-fondatrice e Partner di Klecha & Co. – Maggiori aziende a guida femminile arricchirebbero il sistema con soluzioni nuove e innovative. Il tech è il settore principe dell’innovazione e quello più aperto al cambio di un paradigma o di un bias ancestrale. Anche se i numeri sono ancora piccoli rispetto a quelli del tech al maschile, evidenziano che il ‘ghiaccio’ è stato rotto. Casi di successo mostrano la via alle future imprenditrici e manager e la finanza ha avviato un processo di inclusione strutturata dei criteri di Diversity nei propri processi di investimento. Sono già 80 in Europa i fondi che includono questi criteri e sono convinta che l’impatto ESG di tali aspetti amplierà sempre più il panorama finanziario interessato a supportare imprenditrici capaci e di successo. L’importante oggi è far sì che il sistema accolga donne capaci e coraggiose e che si possa presto contare su un ecosistema ricco e diversificato di imprese con una leadership femminile. In ambito tech, noi supportiamo da alcuni anni InspiringFifty a livello europeo e italiano proprio perché’ l’esempio di alcune, possa essere di ispirazione e attivare l’emulazione di altre nell’intraprendere nuovi percorsi di imprenditoria”.

 In un panorama ancora complesso dove la parità di genere fatica ad affermarsi, soprattutto nel settore dell’innovazione e delle nuove imprese (secondo il Ministero dello Sviluppo Economico le aziende in cui le quote di proprietà e le cariche amministrative sono gestite da donne, rappresentano il 13,5% del totale) cresce sempre di più l’attenzione verso le attività imprenditoriali femminili.

E anche se quattro imprese su cinque nel nostro paese sono guidate da uomini, è certo che qualcosa sta cambiando. Soprattutto nel mondo delle startup dell’innovazione, dove sono sempre di più i progetti ideati e supportati da grandi aziende, convinte che la valorizzazione dei talenti femminili sia un fattore imprescindibile nel definire il valore e la sostenibilità di un’impresa e contribuire allo sviluppo del sistema economico.

Il contest di Donne 4.0 e Agos

Esiste una via femminile al fare startup, capace di costruire regole e visioni differenti, stabilire nuove regole e azzardare strade diverse?

E’ quanto si propone il progetto StartupHer, trasformando le idee progettuali innovative e migliori in imprese strutturate nell’affrontare il mercato attraverso un programma tailor-made di mentoring, coaching e formazione, ma soprattutto valorizzando, nel percorso di incubazione, gli elementi distintivi della leadership femminile come la sostenibilità espressa in termini di buona gestione ed inclusione, costruzione di connessioni, empowerment dei team e networking.

Questo superando i limiti territoriali che vedono la concentrazione dei principali acceleratori nelle grandi città: StartupHer è infatti una call to action online aperta a tutto il territorio nazionale: lo sviluppo dei migliori progetti selezionati avrà infatti un’incubazione da remoto, consentendo a chiunque e da ovunque di accedere e sviluppare il proprio progetto.

StartupHer è un progetto voluto da Agos, società attiva nel settore del credito al consumo e impegnata attivamente nel combattere la disuguaglianza di genere, così come sottolinea Pino Mercuri, HR Director della società finanziaria. “Tra i principi fondanti del nostro manifesto Agos for Good risiede saldo il principio di uguaglianza e di inclusione sociale – dice Mercuri – la disuguaglianza di genere è una realtà innegabile a livello globale ed è per questo che da diversi anni realizziamo progetti ed iniziative che la combattano e StartupHer è uno dei più preziosi. Siamo fermamente convinti che di fronte ad un’idea di business vincente tutti debbano avere le stesse possibilità di successo e reputiamo fondamentale abilitarne la realizzazione fornendo equi strumenti e conoscenze, facilitando il networking e l’acquisizione delle giuste competenze. L’imprenditoria ha bisogno delle donne e le donne hanno bisogno supporto del mondo imprenditoriale per esprimere a pieno il potenziale della loro vision.”

Ideato da Daxo Group, società di consulenza e formazione strategica di digital transformation, StartupHer ha ottenuto il sostegno dell’Associazione Donne 4.0, dedicata a costruire con l’aiuto delle tecnologie un futuro inclusivo e sostenibile.

“Le aspiranti imprenditrici spesso hanno il timore di non possedere le competenze e le conoscenze adeguate nel trasformare le loro idee in imprese sostenibili – spiega Darya Majidi, Presidente dell’Associazione Donne 4.0 e ceo di Daxo Group- La sfida della creazione di una azienda sembra troppo grande se affrontata in solitudine e, non poter accedere a ecosistemi di supporto, formazione e mentorship è un reale ostacolo per molte donne. Con il progetto StartupHer vogliamo concretamente aiutare le aspiranti imprenditrici ad avere accesso a formazione e attività di mentoring mirati al raggiungimento del loro obbiettivo”.

Partner dell’iniziativa anche Le Village by Crédit Agricole Milano, la cui missione è da sempre sostenere la crescita delle startup e accelerare l’innovazione.

“Il nostro ecosistema ospita attualmente 60 startup residenti e oltre il 50% di loro ha un team rosa, ma solo 12 sono co-founder donne – commenta Gabriella Scapicchio, Sindaco di Le Village by Crédit Agricole – Per questo sosteniamo progetti come quello di StartupHer, volti a valorizzare i talenti femminili e dare il giusto spazio all’imprenditoria e alla managerialità femminile.”

Un team di lavoro importante che si pone come obiettivo comune quello di valorizzare la ricchezza dei progetti di imprenditoria innovativa al femminile trasformandoli in imprese capaci di affrontare i contesti sempre più mutevoli dell’era dell’Industria 4.0.

Le startupper, siano esse di una singola founder o di un team di donne possono candidarsi partecipando al Bando scaricabile dal sito www.startupher.it . C’è tempo fino al 16 settembre. I progetti verranno valutati verificandone il potenziale di innovazione, soprattutto in termini finanziari, e il contenuto tecnologico.

Tre i progetti che otterranno il supporto strategico per affrontare lo sviluppo della propria idea imprenditoriale attraverso attività di mentoring e formazione ma anche con l’affiancamento di professionisti tech, il coaching, lo sviluppo del piano di marketing e il successivo business development.

Nello specifico le idee imprenditoriali prescelte otterranno:

  • una formazione specifica con professionisti del settore tech, digitale e finanziario
  • un percorso individuale di incubazione
  • la definizione del business model
  • la creazione del branding e del piano strategico di marketing a supporto del progetto
  • la partecipazione a laboratori in team
  • il lancio della startup
  • l’attività di disseminazione e presentazione ai possibili investitori
  • la possibilità di uno spazio fisico di insediamento (opzionale) all’interno della Startup House di Daxo Group

Il 23 settembre verranno comunicate le startupper vincitrici dando inizio al percorso di formazione che si concluderà il 30 novembre 2022.

Il percorso di accompagnamento StartupHer avrà una durata di due mesi; le lezioni online si terranno nel tardo pomeriggio (dalle 17.00 alle 19.00), per agevolare la partecipazione anche di chi ha già un impegno lavorativo.

La strada è ancora lunga ma l’impegno dei partner di StartupHer dimostra ancora una volta che è possibile cambiare il paradigma culturale e sociale che alimenta il gender gap, valorizzando la ricchezza del fare impresa al femminile.

Le finaliste del premio GammaDonna

Dai protocolli di comunicazione wireless sottomarina, ai prodotti ad alte prestazioni per la nuova frontiera spaziale. Dall’intelligenza artificiale in simbiosi con il lavoro dei traduttori, alla piattaforma di supporto psicologico online. Dalla trasformazione degli scarti della lavorazione del riso per ricavare materiali bio per l’edilizia, all’ecommerce sostenibile che valorizza il Made in Italy artigianale, all’eccellenza nello stampaggio nei settori automotive e nautico.

Ecco di che cosa si occupano le 7 finaliste del riconoscimento di GammaDonna che dal 2004 valorizza l’iniziativa imprenditoriale femminile innovativa, con l’obiettivo di contribuire a ridurre il gender gap in campo socio-economico attraverso esempi d’impresa virtuosi. Sette donne alla guida di imprese che operano in settori molto diversi, ma unite da una tangibile e fortissima propensione alla sostenibilità e all’innovazione: nel business e nella gestione d’impresa.

Saranno Isabelle Andrieu – Translated [Roma], Martina Capriotti – Mirta [Milano], Danila De Stefano – Unobravo [Napoli], Anna Gregorio – Picosats [Trieste], Tiziana Monterisi – Ricehouse [Biella], Claudia Persico – Persico Group [Nembro – BG], Chiara Petrioli – WSense [Roma] a contendersi – dal palco del più grande evento italiano sulla tecnologia, l’Italian Tech Week – il Premio GammaDonna per l’imprenditoria femminile innovativa venerdì 30 settembre alle 11.30.

Durante la Finale – alla quale sarà possibile assistere in presenza e in live streaming – saranno proclamate anche le vincitrici del Women Startup Award powered by Intesa Sanpaolo Innovation Center per la startupper più innovativa; dell’Assist Digital Award per imprenditrici che utilizzano il digitale per creare impatto positivo su persone, comunità, territori, società e ambiente; del Giuliana Bertin Communication Award, riconoscimento di Valentina Communication per l’imprenditrice distintasi nel campo della comunicazione.

La vincitrice del Premio GammaDonna 2022 si aggiudicherà, tra le altre cose, un mini-documentario sulla sua storia di innovazione; una sessione di strategic assessment e l’accesso permanente alla piattaforma EY Velocity per la costruzione e il potenziamento di un piano strategico di crescita; un ciclo di video-interviste nell’ambito del progetto di empowerment femminile #MiriadeofWomen del gruppo Miriade SpA; un’analisi del fabbisogno organizzativo da parte di Synergie per il supporto nello sviluppo del team Risorse Umane; un Master della 24Ore Business School; un percorso di formazione sul mondo del VC grazie a Italian Tech Alliance “Venture Academy”; l’opportunità di essere selezionata per un training per il processo di screening del Comitato Angels4Women per l’accesso a un investimento tra i 100 e i 500K; un percorso di Business Class sulla finanza straordinaria “Finance is Cool” di GammaDonna.

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