Proprio in questi giorni (forse tra oggi e domani) il Tar di Roma dovrebbe emettere il suo giudizio di merito sul provvedimento di sospensiva dell’Antitrust del 14 novembre (relatore Piero Barucci) che ha stabilito “lo stop ai servizi a pagamento non richiesti attivati inconsapevolmente dai consumatori che navigano in internet utilizzando smartphone e tablet. Lo ha deciso l’Antitrust che, in collaborazione con il Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, ha disposto la sospensione della pratica messa in atto dalla società Neomobile e ha ottenuto l’oscuramento dei banner collegati alla società Tekka Lab”.
Queste le parole con cui un comunicato stampa congiunto di Agcm Tutela Mercati e il Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza lo scorso 24 novembre rendeva nota la decisione dell’Autorità, guidata da Giovanni Pitruzzella, contro la società che vende servizi e contenuti di mobile entertainment.
“Secondo le numerose segnalazioni ricevute – continuava ancora l’Antitrust – i consumatori, navigando in mobilità su internet, cliccavano su banner o link che apparivano sullo schermo, anche solo per potere proseguire la navigazione, e si trovavano inconsapevolmente abbonati a servizi premium (ad esempio giochi, screen saver, applicazioni, suonerie, concorsi a premi etc.) al costo di 5 euro settimanali, che venivano automaticamente scalati dal credito telefonico. I fornitori del servizio non davano inoltre alcuna indicazione sulle procedure per disattivare gli abbonamenti.”
La notizia è stata riportata nel nostro sito il 26 novembre.
Neomobile, società guidata da Gianluca D’Agostino, ha fatto ricorso e il Tar, il 5 dicembre, ha disposto la sospensione del provvedimento dell’Agcm in attesa della decisione di merito, attesa in questi giorni.
Lo scorso 3 gennaio, accorgendosi a dire il vero con un certo ritardo della cosa, gli avvocati di Neomobile ci hanno inviato una lettera minacciandoci di azioni legali di risarcimento danni se non avessimo riportato la notizia dell’annullamento della sospensione dei servizi da parte del Tar e la dichiarazione che “ad oggi le attività commerciali di Neomobile sono assolutamente lecite e sempre improntate alla massima trasparenza” né “hanno subito alcuna limitazione o modifica sulla base di atti unilaterali da parte dei soggetti preposti alla tutela del mercato”. Eccoli accontentati. In attesa di sapere cosa deciderà il Tribunale nel giudizio di merito.
Peccato che tanta solerzia dei legali di Neomobile non sia stata accompagnata da altrettanta chiarezza di comunicazione da parte della società. Neomobile non ha reso noto l’esito della prima decisione del Tar . Non avendolo fatto (basta vedere i comunicati stampa pubblicati nel sito), non si capisce come la notizia sarebbe potuta diventare di pubblico dominio. Attraverso nostre spie al Tribunale amministrativo? Né la società ha comunicato che i servizi non erano stati sospesi, come invece annunciato da Antitrust e Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza (casomai erano dunque loro da querelare, non noi che abbiamo riportato le notizie ufficiali di fonti istituzionali).
A nostro parere, invece di buttare soldi in avvocati per minacce di querele che non stanno in piedi e che – sempre a nostro parere – appaiono piuttosto minacce per la libertà di stampa, Neomobile farebbe bene ad investire un po’ di più in comunicazione. Magari avrebbe potuto fare chiarezza con un comunicato stampa e avrebbe potuto scoprire con meno ritardo l’articolo da noi pubblicato.
Inoltre, sempre a nostro parere, un po’ più di comunicazione aiuterebbe anche nei rapporti con i clienti. Anche con quelli, molto numerosi a giudizio dell’Antitrust, che disattivano i servizi poco dopo essersi abbonati. A proposito di trasparenza, in che percentuale sono sul totale degli abbonati? Questo dato è coperto da omissis nella delibera pubblicata sul sito di Agcm. Ma noi siamo curiosi. Ce lo può dire Neomobile?