Google dovrà cambiare le modalità con cui presenta i propri risultati di ricerca in Europa o si troverà a far fronte ad accuse per abuso di posizione dominante. Lo ha detto il commissario Ue, Joaquin Almunia al Financial Times. “Stiamo ancora indagando ma è mia convinzione che Google stia deviando il traffico (a favore dei suoi servizi ndr). Stanno monetizzando la loro forte posizione sul mercato della ricerca” e “temo che ci sia un abuso di posizione dominante”. Almunia ha aggiunto che sarà “presto” costretto a formulare una denuncia formale e una multa salata, se le proposte di cambiamento del servizio di Google – promesse a dicembre – non saranno soddisfacenti. Un mese fa il commissario aveva dato tempo fino a gennaio a Mountain View per formulare delle proposte ed evitare sanzioni.
Diversamente da quanto stabilito dalla Federal Trade Commission (Ftc) l’autorità americana Antitrust, che ha recentemente dato disco verde al search engine chiudendo a suo favore un caso analogo, Almunia vuole impedire a Google di distorcere le scelte dei consumatori e di sottrarre business ai suoi competitor.
“Google monetizza questo tipo di business, la posizione forte che hanno nel mercato delle ricerche e questo non solo rappresenta una posizione dominante. Io penso – temo – che ci troviamo di fronte ad un abuso di questa posizione dominante”, ha detto Almunia.
Parole, quelle del commissario, che suonano come un ultimatum a Google, mentre le discussioni in corso fra le parti per raggiungere un accordo prima che scatti una formale denuncia da parte dell’Antitrsut sono in una fase delicata.
L’Antitrust europea non mette in discussione l’algoritmo del search engine, ma “la modalità con cui presenta i suoi servizi”, dice Almunia. Un elemento che potrebbe favorire la composizione della disputa sarà quella di “etichettare” i servizi in house di Google, ad esempio mappe, dettagli su voli aerei o comparazioni di prezzi. Altre modifiche potrebbero riguardare il modo in cui i servizi di Google vengono indicizzati nei risultati di ricerca.
Se la Commissione riterrà che le proposte di Google garantiscano la concorrenza, potrebbe chiudere il dossier. In caso contrario, potrebbe infliggere a Google una multa fino al 10% del proprio fatturato globale annuo, che lo scorso anno ammontava a 47 miliardi di dollari. La stessa Google ha fatto sapere che intende “continuare a cooperare con la commissione Ue”.
La Commissione europea ha aperto un’indagine contro Google il 30 novembre 2010 a seguito delle denunce presentate da altre società, tra le quali il portale Ciao, rilevato nel 2008 da Microsoft. La stessa Microsoft ha depositato nel 2011 un ricorso contro Google, puntando l’indice sull’abuso di posizione dominante del search engine. Anche i siti di viaggi Expedia e TripAdvisor si sono rivolti alla Commissione europea, nell’ambito dell’inchiesta aperta contro il gigante Internet per abuso di propria posizione dominante. A questo punto la Commissione sta cercando di verificare se Google stia favorendo i propri servizi e stia penalizzando quelli dei concorrenti nell’ambito dei risultato che fornisce il motore di ricerca. L’inchiesta si allarga inoltre alle possibili clausole di esclusiva imposte ai partner pubblicitari.