Vittoria a metà per Elon Musk nell’affaire Twitter. Il magnate, che ha intentato una controcausa per validare la decisione di abbandonare l’accordo da 44 miliardi di dollari per l’acquisizione della piattaforma, è stato autorizzato a portare in tribunale le rivelazioni di una “talpa” interna. Ma il giudice che gli accordato la testimonianza, Kathaleen McCormick, presidente della corte del Delaware, ha respinto la sua richiesta di posticipare il processo. Nell’udienza di ieri gli avvocati di Musk hanno infatti chiesto più tempo per dare la possibilità alla corte di esaminare le rivelazioni di Peiter Zatko, ex responsabile della sicurezza di Twitter. Il team legale della piattaforma di microblogging ha ribattuto che la richiesta rientra nella strategia di prender tempo e ritardare ulteriormente la conclusione dell’accordo.
Il coinvolgimento di Peiter Zatko nel processo
Musk potrà dunque fare leva sulle accuse di Zatko, secondo cui la società ha ingannato le autorità americane anche sugli account falsi, uno dei motivi addotti dal magnate per far saltare l’operazione. La sua istanza di rinviare il processo, previsto per il 17 ottobre, è stata invece respinta perché “anche un ritardo di quattro settimane rischierebbe di arrecare a Twitter un danno troppo grande da giustificare“, ha spiegato McCormick. La Corte ha fatto sapere che stabilirà una serie di parametri per valutare nuove richieste e informazioni relative a tali accuse, facendo attenzione a non modificare la tabella di marcia delle udienze.
Con l’ingresso di Zatko nella querelle, la posizione di Twitter si indebolisce: la talpa, rientrando nella categoria dei cosiddetti hacker etici e avendo anche lavorato per il governo americano prima di approdare a Twitter nel 2020 su chiamata dell’allora amministratore delegato Jack Dorsey, gode infatti di un’ottima reputazione.
E l’ex Ceo della Disney parla di un numero “sostanziale” di account falsi
Le brutte notizie per Twitter, però, non sono finite. L’ex Ceo della Disney Bob Iger ha dichiarato ieri che il gigante dell’intrattenimento aveva stabilito che una “parte sostanziale” degli utenti di Twitter era “non reale” nel 2016, quando la società stava valutando un acquisto del social network. Iger, riporta Reuters, ha precisato che i consigli di amministrazione di Walt Disney e Twitter erano pronti ad avviare trattative quando ha avuto un netto ripensamento. Ha detto che, con l’aiuto di Twitter, la Disney aveva appreso che “una parte sostanziale, non la maggioranza” degli utenti era falsa. “Ricordo di aver decurtato il valore” della società di conseguenza, ha detto Iger parlando alla Code Conference di scena a Beverly Hills, in California. Iger non ha specificato cosa intendesse per “sostanziale”, mentre ormai tutti sanno Twitter continua a sostenere che meno del 5% dei suoi utenti giornalieri “monetizzabili” sono account bot o spam.
Twitter si era accordata con Zatko per 7 milioni di dollari
Intanto emerge un nuovo tassello di questo intricatissimo puzzle: secondo il Wall Street Journal, che cita senza nominarle persone informate dei fatti, Twitter aveva accettato a giugno di pagare circa 7 milioni di dollari a Zatko, il quale avrebbe sottoscritto con la società un accordo di riservatezza che gli vieta di parlare pubblicamente del periodo di tempo trascorso in azienda o di denigrarla. L’accordo confidenziale di giugno sarebbe correlato al mancato risarcimento di Zatko e sarebbe, sempre secondo il Wsj, il risultato di una mediazione durata mesi per stabilire il danno da mancata retribuzione derivato dal licenziamento di Zatko a gennaio.