FINTECH

Bitcoin e criptovalute, capitalizzazione sotto i 1.000 miliardi

La regina delle monete virtuali scende sotto i 19mila dollari ma anche le altre segnano il passo. A pesare il rialzo del valore del dollaro e l’andamento al ribasso degli indici azionari

Pubblicato il 08 Set 2022

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Bitcoin è sceso a 18.729 dollari nelle ultime 24 ore, perdendo il 5% circa e attestandosi ai suoi minimi da giugno scorso. Un calo dovuto alla forza del dollaro, all’innalzamento dei tassi da parte della Federal Reserve e all’indebolimento degli indici azionari, che hanno fatto scendere tutto il settore delle criptovalute, la cui capitalizzazione complessiva è diminuita sotto ai mille miliardi di dollari.

Ether, la seconda criptovaluta per capitalizzazione, ha perso a sua volta oltre il 9% circa, arrivando a 1.508 dollari, a pochi giorni dal passaggio dal protocollo Proof of Work (PoW) al Proof of Stake (PoS), per validare i blocchi dentro cui vengono registrate le transazioni, che avverrà tra l’11 e il 15 settembre. Questo aggiornamento ridurrà il consumo energetico della rete di Ethereum del 99,95%, secondo le stime ufficiali.

“Il mercato delle criptovalute è rimasto sostanzialmente stagnante la scorsa settimana, a causa della continua incertezza sui previsti aumenti dei tassi di interesse della Fed”, ha commentato Simon Peters, crypto market analyst di eToro. “Il Bitcoin è attualmente scambiato a meno di 19.000 dollari, mentre continua la sua sempre più stretta correlazione con le azioni. L’Ether è andato un po’ meglio, e ora è scambiato a circa 1.500 dollari, più o meno come la settimana scorsa. Ciò riflette probabilmente l’interesse rialzista per l’imminente fusione, che avverrà il 15 settembre”, ha aggiunto Peters.

Settembre è il mese peggiore per le azioni

Se da un lato l’approccio da falco della Fed influisce senza dubbio sul sentiment, dall’altro – osserva l’analista – siamo entrati nel mese settembre, statisticamente uno dei più difficili per gli investitori. Storicamente, settembre è stato il mese peggiore per le azioni, con l’S&p 500 che è sceso in media di oltre l’1% dal 1928, in quanto gli investitori tornano dalle vacanze estive e affrontano l’impennata delle spese per il rientro a scuola, iniziando a raccogliere le perdite fiscali prima della fine dell’anno. Qualsiasi debolezza verrebbe probabilmente amplificata dalle criptovalute, data la loro maggiore correlazione con le azioni, che si è istituzionalizzata negli ultimi anni, e il loro tradizionale profilo di rischio più elevato in quanto classe di attivi più recente”.

Come si può vedere, i rialzi del dollaro contribuiscono a creare un ambiente macro ostile, impattando su tutti gli asset più rischiosi. Se il dollaro dovesse tornare a scendere, allora vedremmo asset rischiosi riacquistare valore, compreso Bitcoin”, ha riferito a Cnbc il vice presidente dell’exchange Luno, Vijay Ayyar, aggiungendo che, a meno che Bitcoin non sfondi il supporto di 17500 dollari, il mercato dovrebbe consolidarlo in un range tra i 18 mila e i 24 mila. Dai massimi storici raggiunti lo scorso novembre il settore delle criptovalute ha perso quasi 2 trilioni, con Bitcoin giù di oltre il 60% dal suo All time high di 69 mila dollari circa.

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