PIAZZA AFFARI

Tim, il titolo crolla ai minimi. Cosa sta succedendo?

I rumors sul progetto di rete unica pesano sull’andamento in Borsa. Labriola tiene fermo il timone: i risultati del semestre mostrano un trend in crescita, si va avanti sull’execution

Pubblicato il 08 Set 2022

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Il titolo Tim è stato posto in asta di volatilità a Piazza Affari: dopo una mattinata progressivamente sempre più negativa, il titolo ha segnato un calo teorico del 4,7% per poi scivolare fino a -4,8% e risalire, ma sempre con segno meno, a -3,8%. In corso di seduta il nuovo minimo storico è stato toccato a quota 0,1936 euro. Tim tocca dunque i nuovi minimi storici in Borsa, con il titolo che chiude sotto i 20 centesimi ad azione e una capitalizzazione prossima ai 4 miliardi di euro, di cui 2,94 riferiti al capitale votante.

Sullo sfondo del tonfo in Borsa i dissapori tra i soci Cdp e Vivendi sulla valutazione della rete, con i francesi che hanno accusato il consigliere di Tim e presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, di conflitto di interessi e quest’ultimo che, secondo indiscrezioni di stampa, ha criticato in cda la diffusione a mezzo stampa delle valutazioni della rete portate all’attenzione del consiglio da Rothschild, advisor dei francesi.

Appena ieri l‘Ad di Tim Pietro Labriola aveva cercato di rassicurare il mercato, dicendo di non farsi influenzare dalle indiscrezioni di stamapa.

Cosa ha detto Labriola

Secondo Labriola il titolo di Tim è sottovalutato. In un incontro con gli oltre mille manager della società, l’Ad ha invitato la squadra a non farsi condizionare dalle indiscrezioni di stampa – ultima quella sullo slittamento del dossier rete unica a dopo le elezioni che ha fatto scendere il titolo sotto i 20 centesimi – e a concentrarsi sui risultati.

“Con la semestrale abbiamo dato un grande segnale al mercato rivedendo al rialzo la guidance, frutto dell’ottimo lavoro fatto a livello domestico: andiamo avanti in questa direzione – ha sottolineato -Del resto il trend positivo è proseguito anche nei mesi di luglio e agosto, dobbiamo quindi accelerare il passo, siamo una grande azienda”.

Labriola ha ricordato che “negli ultimi dieci anni l’azienda ha raggiunto gli obiettivi del primo anno di piano solo tre volte e non ha mai centrato quelli del secondo. Trimestre dopo trimestre vogliamo recuperare la nostra credibilità. Inoltre, analisti e broker “ci dicono che il valore medio della somma delle parti di Tim si attesta ben al di sopra di quanto ci dicevano in precedenza. Vi invito quindi a non ascoltare i rumor e a concentrarvi sul grande lavoro che dobbiamo fare per mettere a terra il nostro piano. Il nostro titolo è ampiamente sottovalutato e proprio per questo di recente ho acquistato azioni Tim per dare un segnale di fiducia ai dipendenti e al mercato”. Labriola ha acquisito in totale 1,5 milioni di azioni in due tornate a distanza di pochi giorni l’una dall’altra.

I rumors sulla rete unica

Secondo il Sole 24Ore la partita sulla rete unica è rimandata dopo la tornata elettorale, in una finestra fra il 26 e il 30 settembre (in cui sarebbe attesa l’offerta di Cdp per rilevare la maggioranza del Gruppo e tenere in pancia la rete di Tlc). Ma secondo altre fonti di stampa l’offerta di Cdp potrebbe arrivare anche più tardi ossia dopo l’insediamento del nuovo governo.

“Se confermato, lo slittamento avrebbe senso, visto che il parere del nuovo Governo su un dossier così delicato è cruciale per raggiungere un accordo finale”, è il parere degli analisti di Intesa Sanpaolo. “Non vediamo l’eventuale ritardo nella presentazione dell’offerta vincolante come un segnale negativo sul deal, vista la rilevanza dell’operazione e la necessità in ogni caso di un pieno supporto politico all’accordo per tutto il percorso che dovrà condurre fino al completamento dell’operazione”, sostengono gli analisti di Equita. E per gli esperti di Banca Akros, “le indiscrezioni non sono certo una sorpresa”.

Intanto, riferisce il Corriere della Sera, i francesi di Vivendi, primi azionisti di Tim con una quota vicina al 24% avrebbero inviato una missiva al Cda a fine agosto in cui alla questione economica – il valore della rete che secondo Vivendi si attesterebbe fra i 31 e i 34 miliardi – si aggiungerebbe quella del potenziale conflitto di interessi di Cassa depositi e prestiti in quota Tim con una quota vicino al 10% e in Open Fiber al 60%.

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