Aprire un tavolo al ministero dello Sviluppo economico sugli esuberi Ericsson. Lo chiede Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd, sottolineando la necessità di coinvolgere anche il Miur. “Quanto accade a Genova è drammatico – sottolinea Fassina – Da un lato Ericsson, anche grazie a fondi pubblici, inaugura la sua sede a Erzelli. Dall’altro, dichiara 374 esuberi. Ma non è un problema soltanto per i governi locali liguri. E’ un problema di portata nazionale”. “Chiediamo al governo – conclude Fassina – di aprire al più presto un tavolo al ministero dello Sviluppo Economico su Ericsson con l’azienda, le organizzazioni sindacali e i governi territoriali”.
Rispondendo ai rilevi di Stefano Fassina Ericsson ribadisce che “né il trasferimento presso la nuova sede sulla collina degli Erzelli, né la presenza stessa dell’azienda a Genova sono stati finanziati con soldi pubblici”.
“Ericsson – sottolinea una nota della società – ha siglato un Accordo di Programma con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con gli enti locali che prevede la possibilità da parte dell’azienda di proporre progetti di ricerca che possono accedere a fondi – in gran parte finanziamenti a tasso agevolato – per la realizzazione di futuri progetti di ricerca. Eventuali finanziamenti pubblici saranno erogati soltanto a fronte della presentazione di progetti di ricerca e approvati dagli organi preposti”.
Dopo il fallimento dei negoziato con le parti sociali, lo scorso ottobre Ericsson ha confermato l’esubero di 374 dipendenti in Italia, di cui 94 a Genova. Il piano esuberi era stato reso noto per la prima volta nel luglio 2012. “Il piano prevede un programma di esodi su base volontaria per 374 dipendenti operanti in diverse aree di business – spiegava la nota di Ericsson diffusa a luglio – l’azienda si impegna a mettere a disposizione delle persone che decideranno di lasciare l’azienda non solo incentivi economici, ma anche la possibilità di usufruire di supporto alla ricollocazione professionale”.
“Per far fronte a uno scenario nazionale e internazionale nelle telecomunicazioni sempre più competitivo e che impone il costante efficientamento dei processi produttivi – proseguiva Ericsson – l’adeguamento dell’offerta e delle attività alle nuove esigenze del mercato e la necessità di ridurre la base dei costi per aumentare l’efficienza complessiva della struttura organizzativa, Ericsson Italia ha deciso di avviare un percorso di riduzione – su base volontaria – del proprio personale”.