«Fare innovazione e razionalizzare la spesa sono due facce delle stessa medaglia: si può e si deve fare spending review continuando ad innovare la pubblica amministrazione». Domenico Casalino, amministratore delegato di Consip, delinea la strategia che la società del Mef intende mettere in campo per raggiungere questo duplice obiettivo.
Ci spiega come è possibile realizzare l’Agenda digitale tagliando le spese? Sembra una contraddizione in termini, dato che per innovare la pubblica amministrazione bisogna investire.
Consip giocherà un ruolo fondamentale nella realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale in un contesto economico difficile in cui fare nuovi investimenti è complicato. Il nostro obiettivo più sfidante è quello di abilitare il disegno e l’eventuale ridisegno dei processi fino alla scelta, a valle di questi, delle tecnologie, ed un necessario presupposto è un quadro normativo semplificato ed abilitante delle tecnologie digitali. Il fattore economico e finanziario è dunque determinante: le razionalizzazioni, in particolare, sono probabilmente la miniera da cui trarre le risorse per l’innovazione.
All’atto pratico cosa è chiamata a fare Consip?
Continueremo a realizzare grandi contratti quadro su una spesa standardizzata, grazie ai quali le PA potranno comprare “mattoncini” di innovazione. In questo senso tanto più si standardizzano e aggregano le procedure di acquisto all’interno di grandi convenzioni, tanto più facile sarà controllare la qualità e la convenienza – non solo economica – di quello che le amministrazioni comprano e gli effetti sull’efficienza della PA stessa. L’azione di Consip andrà a svilupparsi, inoltre, in stretta sinergia con la nuova Agenzia per l’Italia digitale. Con il varo delle leggi sulla spending review è cresciuta la responsabilità di Consip, che renderà disponibili alle amministrazioni ulteriori contratti-quadro secondo la roadmap e gli standard definiti da e con la nuova Agenzia, in discontinuità con quanto fatto finora. L’obiettivo è di velocizzare i processi di innovazione delle amministrazioni, riducendo il lasso di tempo tra l’elaborazione del progetto e la sua realizzazione, azzerando i tempi di gara, tipicamente almeno un anno, che grava unicamente su Consip e non su ciascuna amministrazione. Consip inoltre ha sempre garantito la continuità dei servizi che mette a gara e nel caso dell’Ict è fondamentale.
Effettivamente le gare sul Sistema Pubblico di Connettività sono al palo da tempo…
L’esempio dell’Spc è calzante. Ma, proprio in virtù della nuova sinergia con l’Agenzia digitale, nel 2013 Consip bandirà servizi per 3,5 miliardi di euro. Si tratta di servizi che, nel loro insieme, daranno continuità e arricchiranno le funzionalità di Spc ed unitamente alle altre convenzioni Consip in ambito Ict di simili dimensioni, porteranno innovazione, abilitando così la realizzazione dei programmi dell’Agenda Digitale italiana.
Che tipo si servizi verranno messi a gara?
I bandi Spc riguardano: servizi di connettività, di cooperazione, di accesso, infrastrutture di supporto alla governance. Ci sarà poi il bando relativo ai servizi per il Centro Gestione Sicurezza di Spc. Questo programma di interventi, ampiamente condiviso con il direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, Agostino Ragosa, attua la legge sulla spending review che attribuisce a Consip il compito di centrale di committenza del Sistema Pubblico di Connettività.
Tornando alla necessità di investire, razionalizzando la spesa, crede che il cloud computing possa rappresentare una chiave di volta?
Il cloud computing rappresenta un’enorme opportunità che deve essere regolata dall’Agenzia per l’Italia Digitale, realizzata dalle amministrazioni responsabili dei progetti verticali e da Consip per i progetti trasversali, come l’Spc ad esempio. In sostanza se si favorirà una visione di sistema dell’Ict pubblica italiana si darà un forte impulso ad un’inversione di rotta della perdita di competitività.
Consip è un po’ la “vestale” della spending review dell’Ict pubblico. A questo proposito c’è un tema caldo riguardante gli sprechi: la gestione dei 1033 Ced della Pubblica amministrazione centrale costa 450 milioni l’anno. Come si possono ottimizzare le spese e garantire maggiore efficienza?
Bisogna ragionare per gradi. Ovviamente nel lungo periodo l’obiettivo dichiarato dall’Agenzia e certamente condivisibile è quello di aggregare i Ced verso i centri di eccellenza. Si tratta però di un’operazione lunga e complessa. Nel frattempo, perché i vincoli della spending review diventino anche un’occasione per efficientare i processi mediante l’innovazione, le amministrazioni, soprattutto le più piccole e quelle dove la complessità è maggiore, dovrebbero acquistare direttamente i servizi o i risultati sulla base dei rispettivi profili organizzativi. Il cloud computing è dunque perfetto per questo scopo, ma il problema è disegnare delle gare studiate in modo specifico. Il ruolo di Consip può essere determinante perché bandirà gare con tutte le carte in regola a per assicurare efficienza, innovazione, tutela dei dati e lo facciamo forti della nostra quindicennale esperienza nella realizzazione di grandi convenzioni finalizzate ad aumentare l’efficienza delle amministrazioni. Comunque già oggi, per gli acquisti sotto la soglia comunitaria di servizi cloud – per il momento nella modalità Iaas (Infrastructure As A Service) – le PA possono utilizzare il Mercato elettronico della pubblica amministrazione.
In questi ultimi mesi Consip ha prestato molta attenzione al comparto scuola, con il varo del Mepi (Mercato elettronico della pubblica istruzione). Cosa cambia per la scuola?
Il MePI rappresenta una “finestra” del Mercato elettronico della PA, in cui le imprese fornitrici presenteranno i beni e i servizi aggregati secondo logiche coerenti con la destinazione d’uso didattica e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado potranno selezionare sistemi integrati o singoli prodotti e soluzioni, con requisiti tecnici e di servizio personalizzati. Sarà quindi favorita la standardizzazione e l’interoperabilità delle soluzioni, semplificando e velocizzando il processo d’acquisto attraverso la piattaforma elettronica. Il MePi, infine, contribuirà a rendere più semplici le donazioni cosiddette “modali” alle scuole, rendendo semplice e rapida la donazione del contenuto di un “carrello” che enti, aziende o singoli donatori potranno effettuare a favore delle scuole. Oggi l’iter durare fino a cinque mesi, ma con la piattaforma Consip la procedura non supererà le due ore.
L'INTERVISTA
Casalino (Consip): “Innoviamo tagliando gli sprechi”
L’Ad svela le strategie che la società metterà in campo per “onorare” gli impegni della spending review: “Grandi contratti quadro garanzia per l’innovazione pubblica”
Pubblicato il 21 Gen 2013
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