IL BOTTA E RISPOSTA

Lait, è polemica sulla nomina di nuovi dirigenti

Botta e risposta sulla riorganizzazione della società. Il Pd di Roma accusa i vertici di esercitare funzioni che non gli spettano. L’amministratore unico, Regino Brachetti: “Rispettiamo la spending review”

Pubblicato il 18 Gen 2013

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“Nessuna nomina di nuovi dirigenti è prevista dalla riorganizzazione della società. Si tratta, viceversa, di una ristrutturazione aziendale che, razionalizzando l’organigramma, prevede il taglio di alcune figure apicali, nell’ottica della riduzione della spesa che, a parole, tutti dichiarano di considerare indispensabile, salvo poi strillare al complotto quanto si toccano i protetti di turno”. Con questa parole, Regino Brachetti, amministratore unico di Lait, la società in house dell’Ict della Regione Lazio, risponde a Riccardo Agostini, membro della direzione romana del Pd, che chiede a Brachetti di stoppare la riorganizzazione perché non avrebbe “alcun titolo per decidere nulla”, essendo la sua nomina ad amministratore unici avvenuta “furi tempo massimo”.

L’obiettivo dell’operazione è rispettare i dettami della cosiddetta spendig review, norma che ha già imposto riduzioni dolorose di personale con contratti in scadenza, che non è stato possibile rinnovare – precisa Brachetti – Quello del membro della direzione romana del Pd Riccardo Agostini sembra, dunque, più il tentativo di difendere posizioni acquisite, che un appello sostenuto da motivazioni nobili”.

“E’ facile ergersi a censori dall’esterno, senza conoscere la realtà, o, peggio ancora, avendone una rappresentazione errata o distorta – prosegue Brachetti – I provvedimenti che andremo ad adottare – puntualizza – vanno giudicati per la loro efficacia dal punto vista dell’impatto sui costi aziendali, e paradossale è il fatto che ci sia chi, non conoscendone la reale portata, con motivazioni esclusivamente politiche tenta di mettersi di traverso”.

“Senza voler entrare nel merito delle sua recente nomina ad amministratore unico, Brachetti ricorda ad Agostini che lo stipendio definito “lauto” dall’esponente del PD romano “ammonta a 71.000 euro lordi annui, percepito per una carica che richiede impegno, dedizione e responsabilità, che mi sono assunto e mi assumerò fino in fondo”.

Agostini dal canto suo sottolinea: “Come se non ci fossero le elezioni regionali tra un mese, l’eterno Brachetti, nominato dalla Polverini pochissimi giorni fa amministratore unico della Lait, si avvia oggi a procedere a una riorganizza zione della società con la soppressione di direzioni e contestuale nomina di nuovi dirigenti. La nomina di Brachetti è illegittima perché avvenuta fuori tempo massimo. La decisione di procedere al varo di un piano di riorganizzazione poi è una vera e propria provocazione”.

Secondo Agostini, Brachetti non avrebbe alcun titolo per decidere nulla. “Forse non ha titolo nemmeno per ricevere il lauto stipendio da Amministratore unico perché la sua nomina non è atto di ordinaria amministrazione, ma una precisa scelta politica- attacca – L’Amministratore unico di Lait soprassieda a scelte abusive che potrebbero provocare danni tali da dover poi rispondere alla Corte dei Conti. Si limiti a riscuotere lo stipendio che è già un bel regalo. Il resto, visto che si vota tra poco, è compito esclusivo della prossima amministrazione che sarà scelta dai cittadini”.
Brachetti si rilassi e pensi al futuro, perché probabilmente anche il suo lungo tempo con tutte le giunte alla Regione Lazio sta volgendo al termine. Evitando di fare danni”, conclude.

Non la prima volta che i vertici di Lait e quelli del PD di Roma si trovano ai ferri corti. Lo scorso 21 dicembre il botta e risposta aveva riguardato la ristrutturazione della società che, secondo Paolo Bianchini, era troppo costosa. I costi – a detta di Bianchini – sarebbero lievitati a causa dell’affidamento della procedura a una scoeutà esterna. In quell’ioccasione Brachetti aveva risposto che “la riorganizzazione che riguarda la società punta esclusivamente a tagliare i costi, riducendo le figure apicali e razionalizzando la struttura”.

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