Real estate dell’hi-tech, Google si allarga, Sony dismette. Il motore di ricerca si trasferirà la sua sede londinese nella zona di King’s Cross, dopo l’acquisto di un terreno nei pressi della stazione per un totale di un miliardo di sterline. Il search engine ha rilevato un terreno di 2,4 acri nell’area nord di Londra e ha in programma la costruzione di un grosso complesso di uffici, negozi e abitazioni.
I lavori partiranno entro fine anno e saranno conclusi nel 2016, quando i dipendenti dei due uffici di Victoria e Holborn si trasferiranno a King’s Cross. In passato, Google prendeva in affitto i suoi uffici internazionali. Ma negli ultimi anni ha cambiato policy, come dimostra l’acquisto di stabili a Parigi, Dublino e da ultimo a Londra.
Sony ha annunciato invece che venderà il suo quartier generale di New York per 1,1 miliardi di dollari. Il grattacielo di Madison Avenue sarà acquistato dal gruppo immobiliare Chetrit Group. La cessione sarà perfezionata entro marzo. “Viste le opportunità e le sfide dell’attuale panorama economico e immobiliare, la vendita della nostra sede in Madison Avenue in questo momento è una mossa tempestiva e ha una sua logica strategica – ha detto Nicole Seligman, presidente di Sony in America. Diversi rami di business, fra cui Sony Music Entertainment, Sony/Atv Music Publishing, Sony Pictures Entertainment, resteranno comunque un altro paio d’anni ospiti dell’edificio.
Il titolo Sony in borsa ha messo a segno un rialzo superiore al 12% dopo l’annuncio della vendita, una mossa obbligata per far fronte alla profonda crisi che sta vivendo il gruppo giapponese, alle prese da tempo con una crescente concorrenza e con il calo di vendite di apparecchi televisivi.
Secondo voci che circolano online, Sony sarebbe intenzionata a vendere anche la sua sede di Tokio ad un prezzo compreso fra un miliardo e 1,5 miliardi di dollari. L’azienda sta portando avanti un piano di ristrutturazione annunciato nell’aprile dal 2012, che implica il taglio di 10mila dipendenti.
In crisi c’è soprattutto il core business delle tv a cristalli liquidi. I tagli riguardano anche i super manager del gruppo: secondo quanto annunciato i sette più alti dirigenti dell’azienda nipponica rinunceranno al loro bonus annuale.