Zte si aspetta una perdita netta tra i 2,5 e i 2,9 di yuan (fra 398 e 461 milioni di dollari) per il 2012, una flessione compresa fra il 221% e il 241% rispetto agli utili netti di 2,1 miliardi di yuan del 2011. Lo annuncia la stessa società cinese, secondo cui la perdita è da attribuirsi ai ritardi di alcuni progetti di rete nazionali ed internazionali e al calo dei ricavi del segmento dei terminali.
Tuttavia nel primo trimestre 2013 Zte prevede risultati positivi determinati dalle sue strategie di riallineamento operativo che focalizzano l’attenzione sui prodotti e mercati chiave nonché sul rafforzamento della gestione del flusso di cassa. La società cinese sta generando flussi di cassa netti in quanto la società ha registrato vendite più alte, ha raggiunto una redditività maggiore sui nuovi contratti, applicato rigorosi controlli dei costi e riconosciuto gli utili di investimento.
Negli ultimi anni, Zte ha incassato un centinaio di contratti commerciali e trial per la realizzazione di reti Lte a livello globale, e sostiene di avere un ruolo dominante per quanto riguarda le tecnologie Tde-Lte e Fdd-Lte.
Sul fronte degli smatrphone, l’azienda è passata dal nono al quarto posto nella top ten mondiale, spostando l’attenzione dai mercati emergenti ad altri mercati, fra cui Usa, Cina, Giappone ed Europa. Nonostante ciò, l’azienda ha reso noto di “non aver risposto con sufficiente rapidità ai mutamenti dell’industria delle telecomunicazioni e alla situazione macroeconomica”.
Zte, ma anche Huawei, da tempo stanno tentando di espandere il business all’estero, incontrando forti resistenze in primo luogo sul mercato Usa, dove sono finite nel mirino del Congresso per presunti legami con il governo cinese, che sfrutterebbe le informazioni sensibili che transitano sui loro network a fini di spionaggio industriale. Accuse rispedite con forza al mittente da Huawei e Zte, scagionate dala Casa Bianca per mancanza di prove.