E-COMMERCE

Africa, la spesa si fa con i minuti-chiamata

Le ricariche telefoniche usate come cash per pagare beni e servizi in Costa D’Avorio, Egitto, Ghana, Uganda e Nigeria. Oswell Binha (Camera di commercio Zimbabwe): “Da noi i negozianti le danno come resto”

Pubblicato il 21 Gen 2013

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Devi dare denaro a qualcuno o comprare qualcosa al mercato? In Africa si fa anche attraverso i minuti prepagati del cellulare.

Nel continente dove hanno preso piede servizi come Mpesa (un successo soprattutto in Kenya) – che essenzialmente consente di pagare merci e servizi, trasferire denaro e accreditare stipendi attraverso le ricariche del cellulare – si sta diffondendo sempre più anche questa nuova modalità di scambio. L’uso del “denaro mobile”, per esempio, è a minor rischio inflazione, elemento importante in nazioni spesso con governi instabili ed economie devastate. Inoltre per aprire un account su Mpesa o analoghi servizi bisogna svelare i propri dati personali e aspettare diversi giorni, mentre i minuti chiamata possono essere acquistati e venduti immediatamente e in forma anonima.

La pratica è comune soprattutto in Costa D’Avorio, Egitto, Ghana e Uganda, come sottolinea Chris Chan di Tranglo, società malese che favorisce le “rimesse in minuti di chiamata”. Anche in Nigeria la pratica è molto diffusa perché gli enti regolatori del Paese hanno reso difficile alle banche offrire i nuovi servizi di pagamento via mobile phone come Mpesa.

In Zimbabwe, come spiega il presidente della Camera di commercio nazionale, Oswell Binha, le banconote americane hanno in larga parte sostituito il dollaro zimbabwiano, super-inflazionato a causa dell’annosa crisi economica. Ma, dato che la moneta statunitense scarseggia, quasi tutti gli abitanti della nazione africana usano, almeno occasionalmente, i minuti del cellulare per pagare beni e servizi. Stanchi di vedersi restituire il resto dal negoziante in caramelle o cioccolatini, preferiscono farsi dare in cambio minuti di telefonate. “Yo! Time”, una start-up della capitale Harare nata proprio per semplificare gli scambi in minuti-chiamata tra negozianti e clienti, registra circa 9.000 pagamenti al giorno eseguiti secondo questa modalità (sei mesi fa erano solo 2.000).

L’uso dei minuti-chiamata è alimentato dalla crescente facilità di inviarli anche all’estero. Una società di Dublino, Ezetop, vende minuti-chiamata per conto di 238 compagnie telefoniche attraverso web, text messaging e circa 450.000 negozi in 20 Paesi. Secondo le stime di Berg Insight, società di consulenza, il valore dei trasferimenti internazionali dei minuti di chiamata è raddoppiato da circa 350 milioni di dollari nel 2011 a 700 milioni nel 2012.

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