IL RAPPORTO TELECOM

Agenda digitale, Regioni in ordine sparso

Rapporto Telecom Italia: la frammentazione a livello locale frena lo sviluppo del piano nazionale. Scuola e sanità i comparti dove il gap tra i territori è più evidente

Pubblicato il 22 Gen 2013

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Solo se le Regioni spingeranno sull’acceleratore dei loro piano digitali si potranno verificare sostanziali passi in avanti nella realizzazione dell’Agenda digitale nazionale. È la “tesi” che emerge dal rapporto “Italia Connessa- Agende digotali regionali” di Telecom Italia che ha censito la situazione nei singoli territori.

Ma nonostante siano le leve dello sviluppo digitale a livello nazionale, gli strumenti della pianificazione regionale della Società dell’Informazione sono ancora troppo diversificati tra loro molto diversificati. Spesso le Regioni si sono dotate di piani strategici pluriennali, cui fanno da compendio piani attuativi, protocolli di intesa e accordi di programma quadro a cui è demandata la definizione di obiettivi puntuali ed operativi. Molto diverso è anche il livello della documentazione, che varia da documenti di taglio politico o strategico “alto” (linee guida, documento di indirizzo politico-strategico.) a piani operativi. Alcune non hanno alcuna pianificazione in corso sull’Ict, soprattutto per ritardi amministrativi, altre hanno invece avviato una pianificazione ad hoc sull’Agenda digitale – Lombardia e Umbria – mentre in Veneto e nelle Marche questo tipo di pianificazione è in corso in questi mesi.

La disomogeneità si manifesta soprattutto in due comparti chiave come la sanità e scuola. Il Cup (centro unico di prenotazione) per i servizi sanitari è stato già realizzato da 12 Regioni (Valle D’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emila Romagna, Umbria, Marche, Lazio Molise, Campania, Basilicata, Sardegna, Provincia di Trento) mentre in altre 5 Regioni risulta in realizzazione o sperimentazione (Sicilia, Abruzzo, Veneto, Provincia di Bolzano, Liguria) Il Fascicolo Sanitario Elettronico – testa d’ariete per lo switch off digitale in sanità – è un processo ancora in divenire: tutte le Regioni stanno lavorando per la sua realizzazione, ma solo 4 (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Provincia di Trento) ne hanno realizzato una prima forma, anche se con un numero di fascicoli attivati ancora molto basso.

Per quanto riguarda la telemedicina, risultano attive numerose sperimentazioni a livello locale (singole Aziende Sanitarie e Ospedaliere), ma raramente all’interno di un quadro di riferimento regionale, riscontrabile solo in alcune Regioni come Veneto e Lombardia.

Frammentate anche le strategie sulla scuola digitale, in cui spiccano i progetti in Emilia Romagna e Lombardia. Sul fronte e-commerce, lo shopping online è al palo in Campania, Puglia e Sicilia con percentuali di utilizzo che non superano i 7% delle popolazione.

Per quanto riguarda l’e-government, sul versante interattività e fruizione online dei servizi, si va dal 30% della Toscana fino all’11% della Basilicata passando per il 18% del Piemonte.

Rispetto all’indicatore relativo alla copertura broadband base, che fa riferimento alla copertura a banda larga ADSL lorda della popolazione con velocità di accesso pari ad almeno 640 Kbps, Telecom evidenzia come alcune regioni abbiano già raggiunto l’obiettivo o siano vicine a raggiungerlo.

Passando alla copertura della banda ultra larga in termini di percentuale di popolazione coperta in fibra ottica, la situazione di seguito rappresentata evidenzia come più della metà delle regioni non abbia ancora alcuna copertura di questa tecnologia. Tra le Regioni più avanzate spiccano, nell’ordine, Lombardia, Lazio e Liguria.

Per quanto riguarda l’uso di internet la maglia nera va alla Puglia dove il 57% della popolazione che non lo utilizza, mentre sul podio ci sono la Lombardia dove quasi il 40% utilizza il Web seguita da Trento e Bolzano (38%).

Il rapporto Telecom analizza anche la situazione nazionale. Sul versante banda larga oggi è ancora tagliato fuori il 10% delle unità immobiliari; più complessa la situazione relativa alla copertura della banda ultralarga che vede l’Italia rincorrere all’11%. Si tratta di percentuali lontane dagli ambiziosi obiettivi europei che prevedono entro il 2020 100% dei cittadini raggiunti da internet con almeno 30 megabit e almeno il 50% delle famiglie con 100 megabit. Preoccupante il dato italiano anche sull’utilizzo di internet: parliamo di un 47% a fronte del target Ue che è del 75% entro il 2015. Male l’e-commerce, solo il 15% degli italiani hanno effettuati acquisti online nell’ultimo anno (Bruxelles chiede di raggiungere il 50% in tre anni).

Infine ma non meno importante, anche la situazione critica anche per le Pmi, con l’11% che effettuano acquisti e solo il 4% che vendono online (l’obiettivo Ue è del 33% nel 2015). E non va meglio per i servizi di e-government, utilizzati dal 22% della popolazione con l’Italia che si colloca al penultimo posto della classifica europea.

“Telecom Italia vuole contribuire in modo concreto ad accelerare il processo di digitalizzazione del Paese, coerentemente con gli obiettivi indicati dall’Agenda Digitale – dichiara Oscar Cicchetti, Direttore Strategy di Telecom Italia – Siamo convinti che ciascuna Regione debba costruire la propria Agenda Digitale, partendo dalla piena consapevolezza delle proprie eccellenze e dei propri ritardi. “Italia Connessa” fornisce un quadro di riferimento e Telecom Italia intende proporsi alle Regioni come un partner credibile per lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi.”

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