PRIVACY

Google, una “personal data tax” allo studio in Francia

I fiscalisti Pierre Collin e Nicolas Colin lanciano l’idea di un’imposta sulla raccolta e lo sfruttamento commerciale delle informazioni personali degli utenti. La proposta in un rapporto presentato oggi al Senato. Nel mirino BigG ma anche Facebook, Apple e Amazon

Pubblicato il 22 Gen 2013

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Una tassa su chi raccoglie, utilizza e sfrutta per scopi commerciali i dati personali, quindi giganti come Google, Facebook, Apple e Amazon: è il cuore del rapporto sulla tassazione dell’economia digitale commissionato a luglio scorso dal governo francese a due fiscalisti, Pierre Collin e Nicolas Colin, e presentato oggi in audizione alla commissione Finanze del Senato a Parigi.

Nel documento di 198 pagine, Collin, consigliere di Stato, e Colin, ispettore delle Finanze, descrivono in modo dettagliato la crescita dell’economia digitale, ricordando che è strettamente legata all’uso dei dati personali. Perciò sollecitano con urgenza l’introduzione di una nuova tassa basata sulla quantità di informazioni personali raccolte da società come Google, che vengono utilizzate per indirizzare pubblicità personalizzate agli utenti o altri servizi del genere.

Si tratta di instituire, si legge nel testo, una “fiscalità specifica come la tassa sulle attività inquinanti, ovvero la carbon tax. Ma, invece di imporla sulle emissioni di biossido di carbonio, va applicata alle pratiche di raccolta, gestione e sfruttamento commerciale dei dati personali degli utenti presenti in Francia”.

Gli esperti motivano questa scelta sottolineando che “i dati sono la materia prima di cui si nutre l’economia digitale: hanno un valore particolare, che non viene compreso a fondo dalle scienze economiche e dalle statistiche pubbliche”. D’altra parte, ribadiscono, sono “soprattutto il frutto della collaborazione gratuita degli internauti alla produzione delle imprese, che la fiscalità stenta ancora a prendere in considerazione”.

Secondo Collin e Colin, la tassa si deve applicare solo a che raccoglie dati “da un gran numero di utenti locali in Francia” e solo per quelle informazioni che “si traducono in lavoro gratuito dell’utente nei confronti dell’impresa”. La tassazione sarà imposta “oltre una determinata soglia (da definire) consistente in un numero di utenti, identificati o anonimi” e sarà in forma di “tariffa unitaria per ciascun utente”.

Da tempo la Francia ha intenzione di modificare a proprio vantaggio il regime fiscale delle net company Usa, che eludono le tasse, in maniera del tutto lecita, sfruttando meccanismi fiscali favorevoli. Il rapporto era stato commissionato ai due fiscalisti da quattro ministri: Pierre Moscovici, Economia, Arnaud Montebourg, Sviluppo, Jerome Cahuzac, Bilancio, e Fleur Pellerin, Economia digitale. Adesso saranno loro a dover indicare come procedere. La tassa ipotizzata potrebbe essere discussa, secondo il giornale Le Figaro, nell’ambito di un progetto di legge del ministero delle Finanze nel 2014.

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