Occorre porre le condizioni affinché le imprese possano crescere, perché questa è la condizione per combinare socialità, lavoro, prospettive per i giovani e le aziende italiane possano svolgere un ruolo negli scenari internazionali, anche nell’industria hi-tech. E’ tuttavia necessario che esse possano competere ad armi pari, evitando, tra l’altro, un sovraccarico fiscale che rischia di porle fuori mercato, e che siano riconosciute, e si comportino, come soggetto dello sviluppo in un clima di certezza del diritto e di legalità. Sono questi i concetti espressi in un’intervista a Radio 24, andata in onda domenica 20 gennaio, da Carlo Tagliaferri, presidente e amministratore delegato di Selta.
Nell’intervista Tagliaferri ha sottolineato come, per reagire alla crisi economica, Selta abbia investito in tre direzioni: nuove tecnologie, nuovi mercati e internazionalizzazione. Negli ultimi mesi, Selta, che ha appena compiuto i 40 anni di attività, ha completato il raddoppio della propria unità dedicata alle reti di telecomunicazioni, a Tortoreto, in Abruzzo, con un investimento di alcuni milioni di euro che riguarda anche l’impiego innovativo delle fonti energetiche rinnovabili. Ha inoltre compiuto nuove acquisizioni che la proiettano nel campo della Sicurezza e della Difesa e, ha dichiarato Tagliaferri, “dopo il successo consolidato in Spagna, e la recente apertura di una filiale in Russia che sta già producendo positivi risultati, si stanno esaminando nuove prospettive per i mercati a più forti prospettive di crescita, dall’Indonesia al Sud America”.
Internazionalizzare diventa dunque un obbligo per il made in Italy “Si tratta, di passi obbligati – ha spiegato Tagliaferri – perché per le medie imprese italiane operanti nel campo dell’hi-tech il mercato nazionale è troppo limitato e occorre andare verso una progressiva internazionalizzazione”.
“Nuove opportunità sono inoltre offerte dall’evoluzione in corso nelle reti elettriche – ha puntualizzato il presidente di Selta – L’ingresso delle fonti energetiche rinnovabili sta trasformando radicalmente un secolare assetto della rete elettrica, moltiplicando e diversificando i punti di produzione, ribaltando i tradizionali flussi Nord-Sud e con caratteristiche di variabilità e imprevedibilità della produzione, a causa delle variabili climatiche e meteo. Le nuove tecnologie su cui Selta investe sono orientate ad una nuova organizzazione del sistema energetico nazionale e internazionale”.
Occorre tuttavia ridurre la pressione fiscale sulle imprese per favorire gli investimenti. “Le imprese non sono un limone da spremere, ma devono essere messe nella condizione di competere e partecipare al rilancio della crescita – ha evidenziato Tagliaferri – anche perché le aziende italiane, anche quelle operanti nel difficile mercato dell’hi-tech, hanno le carte per farsi apprezzare sui mercati internazionali, una volta che sono riuscite a farsi conoscere”. Parlando della formazione universitaria e professionale in campo tecnologico, infine, il presidente di Selta ha sottolineato che “gli studenti che escono dalle università e dalle scuole tecniche italiane hanno livelli di preparazione tra i più elevati”.