Il Pentagono punta al potenziamento delle risorse destinate alla cybersecurity. Come hanno dichiarato fonti ufficiali al Washington Post, il Dipartimento per la Difesa Usa ha intenzione di aumentare il numero degli addetti, civili e militari, alla salvaguardia di infrastrutture e sistemi informatici del Paese. Dagli attuali 900 si dovrebbe arrivare a 4.900 entro i prossimi anni.
In vista della riorganizzazione, dovrebbero essere create tre distinte forze, tutte unite sotto l’egida del Cyber Command: le forze di missione nazionale, incaricate di proteggere i sistemi informatici che gestiscono la rete energetica e le infrastrutture critiche negli Usa; le forze di missione da combattimento, destinate alla pianificazione ed esecuzione di attacchi contro i nemici; e le forze di cyber-protezione, a tutela del sistema informatico di sicurezza del Pentagono.
Funzionari del Dipartimento hanno specificato di essere alla ricerca di “esperti informatici di prima classe”. Hanno poi aggiunto che, mentre si assumerà nuovo personale in questo comparto, verranno fatti tagli altrove, per esempio nell’ambito delle forze armate convenzionali. È da tempo che gli Stati Uniti vivono con il timore di attacchi informatici inaspettati e dalle conseguenze devastanti. Lo scorso 11 ottobre il segretario alla Difesa del governo statunitense, Leon Panetta, aveva messo in guardia contro Cina e Russia quali protagonisti di attacchi nel cyberspazio che, a suo dire, potrebbero avere effetti pericolosi quanto gli assalti terroristici dell’11 settembre 2001. La stessa metafora è stata usata a dicembre da un big dell’intelligence statunitense, John Michael “Mike” McConnell. Parlando della raffica di cyber-attacchi avvenuti in quelle settimane contro decine di banche americane le aveva definite “un avvertimento” e aveva preannunciato: “Sse non si prenderanno le necessarie misure, gli Usa rischiano di subire un assalto informatico equivalente a quello dell’11 settembre 2001 contro il World Trade Center di New York”.
Gli Stati Uniti sono rimasti particolarmente colpiti dalla serie di assalti sferrati ad ottobre 2012 dai pirati informatici che hanno distrutto oltre 30.000 computer della Saudi Aramco, compagnia petrolifera statale dell’Arabia Saudita. Gli Usa ne hanno attribuito la responsabilità all’Iran. Più in generale ha destato preoccupazione un report di un Centro di monitoraggio del Dipartimento di sicurezza interna secondo cui nel 2012 gli incidenti relativi ad attacchi informatici a livello nazionale sono saliti a 198, dai 9 del 2009.