TECH WAR

Chip, al vaglio degli Usa nuove restrizioni a export verso la Cina

Stando a indiscrezioni di stampa un inasprimento potrebbe essere formalizzato a ottobre. Le misure riguarderebbero i componenti più avanzati, a partire da quelli utilizzati per l’intelligenza artificiale

Pubblicato il 12 Set 2022

chip

Il presidente americano Joe Biden il mese prossimo intende introdurre nuove restrizioni all’esportazione di semiconduttori e macchinari per la produzione di microchip verso la Cina. Lo riferiscono fonti citate dall’agenzia Reuters, secondo cui il dipartimento del Commercio statunitense introdurrà nuove regole per vietare le forniture agli stabilimenti cinesi di semiconduttori avanzati.

I nuovi regolamenti, decisi dal Dipartimento del Commercio, saranno basati sulle restrizioni già comunicate all’inizio di quest’anno a tre aziende statunitensi (Kla Corp, Lam Research Corp e Applied Materials Inc). In queste comunicazioni veniva vietato alle aziende di “esportare attrezzature per la produzione di chip alle fabbriche cinesi che producono semiconduttori avanzati con processi al di sotto dei 14 nanometri, a meno che i venditori non ottengano le licenze del Dipartimento del Commercio”. Le nuove norme includerebbero anche quanto già comunicato dal dipartimento del Commercio il mese scorso a Nvidia Corp e Advanced Micro Devices, a cui si intimava di interrompere le spedizioni di diversi chip per l’intelligenza artificiale in Cina, a meno che non ottenessero le licenze.

Il piano per rafforzare industria dei semiconduttori

Intanto nei giorni scorsi il dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha pubblicato un piano per investire 50 miliardi di dollari nel rafforzamento dell’industria nazionale dei semiconduttori, per contrastare appunto la concorrenza cinese. Più della metà dei fondi – 28 miliardi di dollari – sarà destinata all’emissione di prestiti e sovvenzioni per la costruzione di impianti per la produzione e l’assemblaggio dei semiconduttori. Altri 10 miliardi serviranno poi a rafforzare la produzione di tecnologie più mature, attualmente utilizzate nell’industria automobilistica e nelle telecomunicazioni, mentre 11 miliardi andranno ad iniziative di ricerca e sviluppo.

“Il dipartimento inviterà le aziende a fare richiesta per ricevere i finanziamenti a partire da febbraio, e ci aspettiamo di iniziare ad allocare ai fondi già dalla prossima primavera”, ha commentato la segretaria al Commercio, Gina Raimondo, aggiungendo che il Chips Act approvato dal Congresso a luglio rappresenta “un’opportunità senza precedenti per rafforzare la sicurezza nazionale e dare nuovo impeto all’industria, all’innovazione e alla ricerca negli Stati Uniti”.

Il dipartimento ha spiegato che i finanziamenti serviranno soprattutto a contenere i costi per la costruzione di impianti per la produzione di semiconduttori, che negli Stati Uniti sono più elevati rispetti ai Paesi asiatici. Così, le aziende saranno incentivate a costruire negli Stati Uniti e non all’estero. Le società interessate dovranno attestare la fattibilità economica del progetto nel lungo termine per ottenere il finanziamento, dimostrando anche i benefici che potrebbe portare alle comunità di riferimento, ad esempio in termini di sviluppo delle infrastrutture e creazione di nuovi posti di lavoro. Sarà accordata priorità ai progetti che includeranno categorie svantaggiate e alle imprese possedute da veterani, donne o rappresentanti di qualsiasi minoranza, così come alle iniziative che contribuiranno allo sviluppo delle aree rurali e meno sviluppate.

Nuovi impianti di produzione dei chip

La scorsa settimana Joe Biden aveva dichiarato che il futuro dell’industria dei semiconduttori sarà negli Stati Uniti, e che “Made in America non sarà più un semplice slogan”. Biden ha visitato il sito che la società Intel ha scelto per costruire un nuovo impianto per la produzione di semiconduttori, nella contea di Licking, in Ohio.

“I chip sono stati inventati qui, e gli investimenti federali hanno consentito nel tempo di abbassarne il costo, creando una intera industria: in passato il 30 per cento della produzione globale di chip avveniva sul territorio nazionale, ma negli anni la percentuale è andata calando, e le aziende si sono rivolte altrove per investire”, ha detto Biden, aggiungendo che il Chips Act firmato recentemente “consentirà agli Stati Uniti di tornare a guidare la fila”. Biden ha poi evidenziato la competizione con la Cina, che “ha lavorato attivamente per portare via i produttori di semiconduttori dagli Stati Uniti: la mia amministrazione farà sì che il nostro Paese torni ad essere leader in questa industria, anche per le attività di ricerca e sviluppo”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati