Credo davvero che l’unica strategia di legislatura possibile, in questo momento, sia quella di modernizzare il nostro sistema produttivo. Se la grande vittoria del Governo Monti è stata mettere l’Italia al riparo dalla tempesta finanziaria, ora è chiaro che la questione sociale, e quella del lavoro, sono la priorità. Io credo – e i numeri confermano questa mia convinzione – che l’innovazione digitale sia la chiave per affrontarle.
È necessario abbandonare l’idea di Internet come un settore, e capire finalmente che il web rappresenta un’opportunità per l’intero sistema paese, perché le Pmi attive online fatturano di più e assumono di più; perché è dimostrato che al crescere della diffusione del web cresce l’occupazione, in particolare giovanile; perché una pubblica amministrazione digitale costa meno e funziona meglio. Per risolvere i problemi dell’Italia serve una vera rivoluzione digitale. Per innescare una rivoluzione digitale nel Paese, l’amministrazione pubblica deve essere da traino e da esempio. Anzitutto, è necessario rompere le resistenze e cambiare – ad esempio attraverso il cloud – il modo di lavorare della PA, in modo da liberare risorse senza tagliare i servizi. Poi, possiamo portare subito online il 100% dei rapporti tra gli uffici pubblici e tra questi e le imprese. In questo modo si semplifica la vita ai piccoli imprenditori, si spingono le Pmi a essere più attive sul web e si riducono i costi della PA. Il Politecnico di Milano calcola che passando dal 5% attuale al 30% di e-procurement per l’acquisto di beni della PA, si risparmierebbero 7 miliardi l’anno. Infine, è necessario semplificare le norme per il commercio online, oggi numerose e confuse, per dare anche ai piccoli imprenditori la possibilità di cogliere questa opportunità.