Tante righine viola per indicare le infrastrutture di telecomunicazioni, tante righine arancioni per segnalare quelle dell’illuminazione pubblica e tante altre. E’ una schermata tra quelle che appaiono a chi si collega alla piattaforma del “catasto federato”, messo a punto da Lepida e già popolato con le infrastrutture di due Comuni pilota, Reggio Emilia e Cervia.
In pratica, la piattaforma consente di visualizzare la situazione delle infrastrutture – tubi, cavidotti, pali, tralicci e tutto quello che può servire per far scorrere la fibra ottica – già esistenti sul territorio. Su questa base, gli operatori interessati alla costruzione di reti di comunicazione possono sapere dove sono e come sono le reti già esistenti, per poterle utilizzare risparmiando tempo e denaro per scavare e costruire. Il catasto delle reti, analogamente al classico strumento per il censimento degli immobili, raccoglie quindi tutti i dati in possesso di amministrazioni diverse, Comuni, aziende multiservizi, operatori Tlc ed altri.
La parola chiave in questo caso è federato: anziché ricreare da zero un unico catasto l’idea è stata di federare quelli esistenti, creando un meccanismo di integrazione automatica dei dati dai sistemi sorgente. Poiché però i dati sono espressi in modi diversi, la piattaforma elaborata da Lepida, li rende omogenei prima di consentirne la visualizzazione con un formato standard di rappresentazione delle informazioni infrastrutturali e di renderli disponibili attraverso una interfaccia web comune. In questo modo i sistemi sorgente, rimangono gli unici detentori dei dati, di cui gli interessati possono leggere solo il sottoinsieme pubblicato. Il vantaggi del catasto federato sono numerosi. Anzitutto nessuno degli attori interessati deve cambiare nulla nei suoi sistemi di gestione. Poi, si sa fin da subito chi aggiorna i dati. Inoltre. può essere ospitato presso un’unica piattaforma presso Lepida.