Firmato il rinnovo del contratto delle Tlc. L’intesa, raggiunta questa mattina presso la sede di Confindustria da Slc, Fistel, Uilcom e Asstel, coinvolge 160mila lavoratori. Il nuovo contratto, che ha durata triennale per il periodo 2012-2014, prevede aumenti a regime di 135 euro al 5° livello, con un recupero del pregresso (una tantum) pari a 400 euro. Inoltre , entro giugno, si valuterà se una parte degli aumenti possono essere detassati come prevede l’accordo sulla produttività.
Sono stati introdotti anche elementi di flessibilità che permettono una maggiore tenuta per le strutture di Customer Care che in sostanza contemperano le specificità dell’organizzazione del lavoro con l’orario di lavoro dei part time a fronte di una clausola specifica che impegna le aziende al consolidamento di un orario di lavoro maggiore, che significa – quindi – una maggiore retribuzione per il lavoratore.
Asstel “considera molto importante il risultato del confronto con le organizzazioni sindacali di categoria – si legge in una nota – sicuramente in linea con la caratteristica di grande equilibrio tra esigenze produttive e diritti dei lavoratori che ha da sempre caratterizzato contratto nazionale delle Tlc”.
“L’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto delle tlc siglata oggi da Asstel e sindacati porta un ‘importante risultato sulla parte economica – spiega Massimo Cestaro, segretario generale della Slc Cgil, ma gli aspetti principali ‘riguardano l’impianto contrattuale sulle cosiddette clausole sociali”.
Le aziende committenti si impegnano infatti a strutturare il loro sistema di appalti e subappalti in modo tale da garantire ai lavoratori delle aziende a cui vengono affidate le commesse l’applicazione del contratto delle Tlc o altro contratto collettivo nazionale equivalente, e ciò al fine di evitare il criterio del massimo ribasso nel sistema degli appalti nei call center. “Inoltre – prosegue Cestaro – sono stati definiti criteri oggettivi che qualificano positivamente le aziende a cui affidare le commesse. Infine, sempre su questo tema, il Contratto stabilisce, in modo inequivocabile, la responsabilità del committente che, in caso di problemi occupazionali che si dovessero determinare per effetto di un cambio appalto, ha l’obbligo di avviare un confronto negoziale con le organizzazioni sindacali finalizzato a ricercare tutte le possibili soluzioni per tutelare i livelli occupazionali”.
Altro aspetto di grande rilievo, secondo Cestaro, è la norma introdotta per avviare un percorso di ampliamento degli orari settimanali dei part-time: “E’ probabile – riconosce – che l’efficacia della norma sia inferiore alle aspettative e alla esigenza primaria delle persone di avere una retribuzione congrua, ma e’ stato fondamentale introdurre un sistema che andrà verificato e scuramente migliorato con le prossime rinnovazioni contrattuali”.
“E’ del tutto evidente che questo insieme di norme particolarmente rivolte alla fascia più debole delle attività esternalizzate, rappresenta, indirettamente, una tutela anche per i lavoratori delle grandi aziende di telecomunicazione poiche’ rendono sicuramente meno agevole la pratica dell’outsourcing, così largamente diffusa negli anni trascorsi”, conclude il sindacalista.
Per Vito Vitale, segretario generale della Fistel Cisl, “il risultato raggiunto è molto importante per il futuro del settore poiché coniuga flessibilità e garanzie occupazionali, oltre al consolidamento dell’aumento orario per i part time. L’incremento salariale fa recuperare ai lavoratori del settore il potere di acquisto dei salario in un momento difficile per l’economia del Paese e per il reddito delle famiglie”.
Soddisfazione è espressa anche dal segretariogGenerale della Uilcom-Uil, Bruno Di Cola. “L’intesa raggiunta perché chiude un periodo di lunga vacanza contrattuale – sottolinea Di Cola – raggiunge un buon livello di regole sul capitolo appalti e relative clausole sociali di salvaguardia, da risposte ai lavoratori sul piano economico ed apre infine la strada anche al rinnovo della contrattazione di secondo livello ed alla definizione dei premi di risultato nelle aziende dove gli accordi sono scaduti, prima fra tutte Telecom Italia“.
Il precedente contratto era scaduto il 31 dicembre 2011 e tutto il 2012 è trascorso nel tentativo negoziale di conciliare le richieste sindacali che rivendicavano clausole sociali di salvaguardia dell’occupazione per gli appalti diretti verso i customer care (call center) ed i tentativi di parte datoriale di conquistare spazi di manovra importanti in materia di flessibilità, orari di lavoro, trattamento di malattia, quest’ultimo completamente respinto.
“Il tutto in presenza di una difficilissima situazione economica generale – sottolinea una nota delle Uilcom– e di una congiuntura di settore che vede oggettivamente fatturati e redditività delle maggiori aziende di tlc in contrazione a causa del saturarsi del mercato di riferimento, della forte concorrenza, degli ingenti investimenti richiesti, del quadro regolatorio e , non ultimo, della crisi”
“Il rinnovo assume grande significato perché di fatto acquisisce specifiche garanzie circa i requisiti che dovranno avere le società appaltatrici e al contempo fissa precise regole che dovranno essere seguite in caso di crisi occupazionali derivanti da cambio di appalto, con il pieno coinvolgimento dei committenti per gestire la soluzione di tali problemi. – conclude Di Cola – E’ chiaro che non si è arrivati a centrare al cento per cento l’obiettivo di piena salvaguardia inizialmente rivendicato dal sindacato , ma abbiamo alzato sensibilmente ed in modo più che soddisfacente l’asticella dei diritti e riteniamo che il percorso intrapreso , che prevede anche un organismo paritetico di controllo delle dinamiche degli appalti, non potrà che apportare ulteriori adeguamenti migliorativi.”.