IL PAGINONE

Le Olimpiadi dell’Amazzonia

Dalle foreste fino alle periferie delle megalopoli. Ecco la sfida delle Tlc mobili in Brasile

Pubblicato il 02 Feb 2013

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Volete conoscere il futuro delle telecomunicazioni mobili? Basta che andiate in Amazzonia. Ma non a Manaus che, persa la charme pioneristica, è diventata una metropoli senza anima. No, bisogna recarsi lontano da tutto, nel profondo delle foreste pluviali del Rio delle Amazzoni, più vicini ai confini della Guyana o del Suriname che alla costa di Rio de Janeiro o di Bahia. Troverete una barca attrezzata per girare nella ragnatela di bracci dei fiumi imponenti che animano la Floresta Nacional do Tapajós.
Lì naviga l’Abaré, un’imbarcazione ospedale il cui animatore è un medico italiano, Fabio Tozzi. La nave è connessa alla rete telefonica in tecnologia wireless 3G e durante i viaggi attraverso le 70 comunità del Rio Tapajós può inviare all’ospedale locale, via banda larga mobile, analisi ai raggi X e immagini ad ultrasuoni. Ciò permette, ad esempio, consulti con i medici specialisti che lavorano a terra o l’avvio delle cure direttamente nella barca.
Sempre nell’area del Rio Tapajós c’è la scuola della comunidade de Suruacá.

Grazie al progetto “Connect to Learn” di Ericsson che porta il broadband 3G nelle scuole di aree povere e isolate, anche lì è arrivata Internet. E moltissimo è cambiato: quella che era una scuola con scarsissime possibilità di interrelazioni col mondo esterno è diventata una scuola connessa. Con una serie di conseguenze importanti. “Le stesse che stiamo riscontrando con iniziative simili in altre parti del mondo povero”, sottolinea Carla Belitardo, responsabile Sustainability di Ericsson America Latina. “Il fattore maggiormente impattante sono state le notizie e gli scambi cui i ragazzi possono accedere attraverso Internet. Ora non si sentono più isolatati dal resto del mondo, tanto più che a casa hanno un accesso molto precario alla televisione – dice Raimunda Bentes Martinho, direttrice della scuola municipal de Santarém -. Ma non si tratta solo di accesso alle informazioni. Stiamo ponendo molta attenzione nell’insegnare ai ragazzi la navigazione in Rete e a utilizzare in modo proficuo strumenti come Twitter, Facebook, Youtube. Questo consente agli scolari un accesso alla rete non soltanto passivo ma interattivo, permette loro di stringere relazioni e scambi con giovani di moltissimi altri Paesi. Una cosa semplicemente impensabile oltre che impossibile prima d’ora. I ragazzi ne sono entusiasti”.

Caetano Scannavino è fra i fondatori e coordinatori dell’iniziativa Saúde e Alegria che è stato il motore della trasformazione digitale del suo villaggio. “Abbiamo iniziato nel 2003 col progetto di una radio comunitaria e ci sembrava un grandissimo salto in avanti – spiega -. Sentirci connessi al mondo attraverso le tecnologie della Rete è diventato ora un fatto quotidiano. È migliorata la qualità della nostra vita, non ci sentiamo più così isolati. Abbiamo scoperto che la connettività può contribuire al rafforzamento e all’evoluzione di molti micro-businesses locali.” Ad esempio, ci spiega il titolare del panificio di Suruacá, “i miei clienti telefonano per ordinare quel che gli serve. Così sono sicuri di trovarlo o se lo fanno portare a casa se non possono venire in negozio”.
In Italia tutti gli appassionati di calcio conoscono la favela di Vila Cruseiro, una delle più malfamate del Brasile dove ancora i poliziotti girano con mitra e jeep blindate. In quel dedalo di vicoli strettissimi e precarie baracche di mattoni forati nell’aprile del 2009 è sparito Adriano, allora giocatore dell’Inter. Salvo riemergere, come nulla fosse, dopo alcuni giorni.

In questa terra di nessuno c’è da un paio d’anni una scuola dove circa 3.000 bambini imparano a usare il pc, a fare ricerche su Internet, a comunicare attraverso i social network. Programmi e contenuti dell’insegnamento sono basati nel cloud mentre la scuola è collegata in tecnologia mista 3G/Wi-fi. Dalla giungla alla periferia della megalopoli l’esperienza è la stessa. La connettività mobile può essere un formidabile strumento di crescita culturale e di coesione civile per giovani altrimenti abbandonati a se stessi.

“Abbiamo realizzato anche una videoteca e una biblioteca virtuali. Ora possiamo offrire opportunità di educazione e di apertura al mondo ai giovani della nostra favela e controbilanciare l’influenza delle bande criminali”, spiega Antonio Tiburcio, community leader di Vila Cruseiro. “La connettività nelle aree povere come nella favela di Vila Cruzeiro e le tecnologie di e-learning ci offrono un supporto determinante per offrire corsi di insegnamento quotidiani ai nostri bambini”, spiega Claudia Costin, segretaria all’educazione di Rio de Janeiro. Per il Brasile che si prepara al palcoscenico dei mondiali di calcio e delle Olimpiadi, la sfida dell’educazione nelle aree periferiche e isolate è una delle più importanti. Un uso intelligente delle tecnologie mobili può aiutare. Molto.

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