Wifi libero per tutti negli Usa? Sì, no. Forse. La super-notizia lanciata dal Washington Post sul progetto della Fcc – la Agcom americana – per realizzare una rete in grado di dare l’accesso gratuito a Internet “coast to coast” ha fatto il giro del mondo. Per poi essere corretta a breve giro di posta, con tanto di correzioni di tiro da parte dei giornali, americani e non (contentissimi peraltro di poter pizzicare il prestigioso concorrente Post: “Come no – ha scritto Venture Beat – Non solo wifi gratis, ma anche arcobaleni e gelati per tutti”). Ma si tratta davvero solo di una “bufala” come ci si è affrettati a scrivere? Non esattamente.
Come argomenta David Zax sul giornale del Mit, è stata fatta “confusione con il termine ‘free’: che può stare per ‘gratuito’, inteso dal lato utente. Ma può stare anche per ‘open’, cioè ‘unlicensed’: utilizzabile anche senza licenze”. Il Post si è sbagliato? Forse. O meglio, nota il Mit, “si è spinto troppo oltre”. Perché in realtà, sul tema del wifi e della spinta alla valorizzazione estrema dello spettro radio – in special modo per l’Lte – la Fcc ha un grosso asso nella manica.
Tutto nasce dal piano della Fcc già annunciato in autunno. La Federal communications commission si prepara a vendere all’asta nuove parti di spettro, tra cui gli “white space”, gli spazi bianchi, bande attualmente inutilizzate dello spettro tra quelli assegnati a diversi canali televisivi di trasmissione. Frequenze attraenti sia per le emittenti che per i produttori di tecnologia wireless, perché possono trasmettere segnali su lunghe distanze e attraverso gli ostacoli meglio di quanto sia possibile fare oggi con connessioni wifi. Spettro “unlicensed” significa che non è necessario ottenere una licenza dalla Fcc per poterlo utilizzare. Ad esempio, scrive Matthew Yglesias su Slate, “le bande a 2,4 GHz e 5 GHz utilizzate dagli odierni segnali wifi sono senza licenza: chiunque può trasmettere di tutto su queste frequenze, anche se entro certi limiti”.
Prima dell’asta la Fcc dovrà decidere esattamente quali porzioni di spettro saranno messi in vendita e quali riservare ad uso “pubblico”. Si tratta di un processo lungo e complicato. “Oltre a liberare spettro da gestire sotto licenza, proponiamo anche di liberare una notevole quantità di spettro da utilizzare senza licenza per il wifi” ha scritto lo “spectrum chairman” come viene chiamato il numero uno della Fcc Julius Genachowski in ottobre in un comunicato ufficiale: “La proposta punta a creare la prima banda nazionale di spettro senza licenze, la prima nel mondo, adatta per la banda larga wireless, e costruita su frequenze contigue in banda bassa”. Proposta applaudita da aziende come Google e Microsoft, attirate dall’idea di avere a disposizione più spettro “unlicensed”, ma molto meno ben accolta dai carrier che puntano a preservare il proprio vantaggio competitivo (così come il valore delle licenze per cui hanno sborsato nel tempo miliardi di dollari).
Del resto proprio ieri Neil Derek Grace, portavoce della Fcc, ha dichiarato che “la proposta di una incentive auction lanciata a settembre dello scorso anno, libererebbe una grande parte di spettro per usi con licenze come il 4G. Ma libererebbe anche spettro senza licenza da utilizzare per il wifi di prossima generazione, ma non solo. Dal momento che la domanda di banda larga mobile continua a crescere rapidamente, abbiamo bisogno di liberare una notevole quantità di spettro per uso commerciale: sia lo spettro open che con licenze sono parte della stessa soluzione”. Magari, dunque, non una super-rete gratis per tutti. Ma un altro passo per aprire la strada all’innovazione sul terreno delle tecnologie “unlicensed”: il piano di Obama per “assicurare che la nostra infrastruttura invisibile per l’innovazione mobile possa incontrare la domanda del 21esimo secolo”.