L’OPERAZIONE

Dell, il buyout scontenta gli azionisti

Troppo basso, per un gruppo di investitori, il prezzo d’acquisto delle azioni da parte del consorzio finanziatore del delisting

Pubblicato il 08 Feb 2013

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Il principale azionista indipendente di Dell, il fondo Southeastern Assett Management, si è ufficialmente lamentato del buyout annunciato martedì scorso dall’azienda statunitense produttrice di computer, unendosi al gruppo degli investitori scontenti dell’operazione.

Dirigenti del fondo con sede a Memphis (Tennesseee), che possiede il 7,5% delle azioni di Dell, si sono detti “disturbati” dalla proposta di ricevere 13,65 dollari in contanti per azione da parte del consorzio protagonista del buyout, guidato dal fondatore e Ceo Michael Dell. Secondo Southeastern il consorzio dovrebbe invece versare 20 dollari per azione. Peraltro già il 30 settembre scorso l’amministratore delegato del fondo, Mason Hawkins, aveva pubblicamente dichiarato che, a suo parere, le azioni di Dell valevano intorno ai 20 dollari.

Per il momento il consorzio, di cui oltre a Michael Dell fa parte Microsoft e il private equity Silver Lake, si è rifiutato di commentare. Ma, secondo fonti di stampa internazionali, Dell e gli altri non avrebbero alcuna intenzione di alzare il prezzo e conterebbero sul fatto che gli azionisti si rendano conto di non avere alternative migliori.

Peraltro, nella ancora lunga e complessa procedura che deve portare il gruppo produttore di pc fuori dalla Borsa (delisting) e che dovrebbe concludersi entro il 2014, è previsto il voto di tutti gli azionisti sul deal annunciato lo scorso 5 febbraio. Se gli oppositori avranno la maggioranza, l’accordo sarà bocciato.

Per il momento si sono pronunciati ufficialmente contro il deal Nick Tompras, presidente di Alpine Capital Research (St Louis), che possiede 2 milioni di azioni Dell, e Arnie Schneider, presidente di Schneider Capital Management (Wayne, Pennsylvania), con 350.000 azioni.

Le prime avances di Michael Dell al cda dell’azienda per un possibile buyout risalgono all’agosto scorso. Da allora il processo è stato messo in atto in maniera graduale e sono state prese in esame anche altre alternative. Pure dopo l’annuncio dell’accordo, Dell ha concordato un periodo di 45 giorni definito “go shop” in cui si impegnerà a cercare soluzioni alternative, ma fonti finanziarie restano scettiche su questa eventualità.

La transazione sarà finanziata con un mix di contanti e azioni da Michael Dell, Silver Lake, Msd Capital, L.P, e con un prestito di 2 miliardi di dollari da parte di Microsoft, oltre al finanziamento del debito garantito da Bofa Merrill Lynch, Barclays, Credit Suisse e Rbc Markets.

Microsoft ha detto che “si impegna nel lungo termine per il successo dell’intero ecosistema dei pc e che intende investire pesantemente e in diversi modi per costruire l’ecosistema del futuro”. Il sistema operativo Windows è il cuore dei pc di Dell.

La ristrutturazione del business di Dell si è resa necessaria soprattutto dopo la perdita di terreno del mercato dei pc e l’avanzata di smartphone e tablet.

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