L’accordo raggiunto tra Google e gli editori francesi non è replicabile nel resto d’Europa. BigG respinge al mittente l’invito di Francisco Pinto Balsemao, capo de consiglio degli editori europei, affinché il motore di ricerca si renda disponibile a pagare le media company europee per la visualizzazione dei loro contenute, sulla falsariga di quanto avvenuto in Francia. “Anche se siamo sempre disponibili a parlare con gli editori circa nuove modalità per veicolare traffico, fidelizzare l’utente e monetizzare i contenuti, non siamo attualmente cercando di creare nuovi fondi al di fuori della Francia”, ha precisato un portavoce di Google al sito TechCrunch.
L’accordo raggiunto fra gli editori francesi e Google prevede la creazione di un fondo da 60 milioni di euro finanziato da Mountain View per remunerare l’utilizzo di contenuti giornalistici sul motore di ricerca, non esenta il motore di ricerca dai suoi obblighi fiscali in Francia. Inoltre, nel quadro dell’accordo, Google aiuterà la stampa francese a monetizzare meglio i contenuti digitali attraverso strumenti commerciali del motore di ricerca come AdSense, AdMob e AdExchange.
Il consiglio di amministrazione del Fondo sarà composto da rappresentanti di Google, dell’editoria, ma anche da personalità indipendenti. Mentre il suo utilizzo sarà controllato da un organo esterno e indipendente. Il Fondo sarà aperto a tutti i siti di informazione generalista e politica. ”Il suo compito sarà di selezionare i progetti meritevoli che riceveranno un aiuto”, ha detto Marc Schwartz, il mediatore del governo francese per la trattativa con Google.
L’accordo firmato a Parigi prevede anche un ”partenariato commerciale” di una durata di cinque anni, allo scopo di sostenere la stampa francese a svilupparsi su internet, ”accrescendo i suoi redditi online”, ha precisato un portavoce di Google.
Il Ministro per la Cultura, Aurélie Filippetti, intervenendo a un programma televisivo su Canal+, ha sottolineato che “l’accordo è buono, ma “non esonererà l’azienda americana dagli altri doveri”. “Penso, soprattutto, ai suoi obblighi fiscali: il lavoro non si ferma qui – ha precisato il ministro, – Le trattative sono state lunghe e molto complicate”.
In campo fiscale, il governo ha affidato a Pierre Collin, consigliere di Stato, e a Nicolas Colin, ispettore delle Finanze, il compito di elaborare delle guidelines per riformare il sistema tributario francese, con particolare attenzione per le multinazionali che spesso eludono le tasse, o le pagano al minimo, specie i giganti del web, i cosiddetti Ott, come appunto Google, ma anche Apple, Facebook e Amazon, sui quali gli agenti del fisco stanno già indagando.
In Francia, secondo le stime, Google avrebbe realizzato nel 2011 un fatturato di 1,25-1,4 miliardi di euro, principalmente grazie alla raccolta pubblicitaria online, ma non avrebbe versato che poco più di 5 milioni di euro d’imposte sul reddito. A più riprese, il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, ha detto: “Fate le leggi e le rispetteremo”. Schmidt ha detto che la società è consapevole che “le cose sono cambiate e non sono più quelle di prima”.
L’accorido prevede anche che Google aiuti la stampa francese a monetizzare meglio i contenuti digitali attraverso strumenti commerciali del motore di ricerca come AdSense, AdMob e AdExchange.
Il consiglio di amministrazione del Fondo sarà composto da rappresentanti di Google, dell’editoria, ma anche da personalità indipendenti. Mentre il suo utilizzo sarà controllato da un organo esterno e indipendente. Il Fondo sarà aperto a tutti i siti di informazione generalista e politica. L’accordo firmato a Parigi prevede anche un ”partenariato commerciale” di una durata di cinque anni, allo scopo di sostenere la stampa francese a svilupparsi su internet, ”accrescendo i suoi redditi online”, ha precisato un portavoce di Google.