Non è ora di cambiare i vertici di Telecom Italia. Ne è convinta Asati che in una nota diffusa oggi sottolinea come da tempo “i piccoli azionisti, proponendo un aumento di capitale, hanno dimostrato di tenere di più loro allo sviluppo dell’azienda rispetto agli azionisti di maggioranza interessati unicamente a non far diluire il capitale, e quindi inevitabilmente hanno portato l’azienda in questa incresciosa situazione dove le azioni ordinarie si stanno avvicinando al valore nominale”.
Considerando “grave” l’attuale situazione in cui versa Telecom Italia, Asati chiede al prossimo cda “di dare seguito immediato all’aumento di capitale, già deciso dall’assemblea del 9 aprile 2009 per 1,6 miliardi di azioni, e di proporre alla prossima assemblea un’integrazione di un aumento di capitale”. A tre obiettivi – secondo i piccolo azionisti – dovrebbero essere destinati i fondi: a reperire nuove risorse finanziarie da destinare a investimenti sulla rete e sui servizi innovativi; convertire le azioni di risparmio in ordinarie alla pari; modificare lo statuto sociale laddove viene indicata la norma sulla nomina dei consiglieri, considerata da asati “antidemocratica”.
“Tra i nuovi azionisti potrebbe essere molto utile nell’interesse del Paese e della società prevedere la Cdp– sottolinea la nota – Il tempo dei giochi di potere nel cda, della lotta delle deleghe tra amministratori è finita. Gli azionisti di controllo devono essere coesi al rilancio dell’azienda e supportare indifferentemente il top management, ci saremo aspettati una immediata smentita dai grandi azionisti sull’eventuale sostituzione dei vertici esecutivi attuali come appare sui mass media di questi giorni, non c’è stata! Non è venuto il momento della resa dei conti, ora occorre essere uniti e fare una stategia vincente che è quella che Asati, con l’aumento di aapitale sta proponendo purtroppo inascoltata da molto tempo”
“Oggi vorremo vedere se i pifferai, dentro e fuori di TI, che pochissimo tempo fa sostenevano che TI aveva una cassa enorme e non aveva bisogno di un aumento di capitale, hanno il coraggio ancora di parlare di fronte a questi risultati molto deludenti”, conclude Asati.