Via libera alle nuove concessioni, a partire dal prossimo 20 marzo, per la gestione della rete telematica degli apparecchi da divertimento e intrattenimento (Awp, Amusement With Prizes, e Vlt, Video Lottery Terminal): lo ha stabilito l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, determinando così la contestuale cessazione delle concessioni già in essere relative a questi apparecchi infotelematici per il gioco d’azzardo che consentono vincite in denaro, detti anche “new slot”.
I concessionari sono 12, di cui 9 già titolari dell’analoga concessione in scadenza e 3, invece, sono nuovi arrivi. Dalla gara è stata esclusa la BPlus Giocolegale Ltd, per la quale la concessione in essere terminerà appunto il 20 marzo. Il provvedimento di esclusione è stato impugnato, l’istanza di sospensione cautelare del provvedimento è stata respinta in entrambi i gradi di giudizio e ora si attende la fissazione dell’udienza di merito.
Per evitare interruzioni del servizio che potrebbero pregiudicare in modo grave la tutela della rete legale e gli interessi erariali, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha disposto che BPlus Giocolegale prosegua transitoriamente l’esercizio delle attività anche dopo il 20 marzo 2013, per un periodo che, considerata la natura del provvedimento che ha determinato l’esclusione dalla gara, non potrà comunque superare i sei mesi.
L’esercizio delle attività e funzioni, nel periodo transitorio, avverrà con modalità idonee a garantire la regolare gestione del servizio e il tempestivo versamento delle imposte e altri pagamenti dovuti dalla società e da tutti i soggetti che sono vincolati contrattualmente ad essa, sotto lo stretto controllo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Per tutta risposta i dipendenti di BPlus hanno deliberato uno “stato di agitazione permanente”. In una nota scrivono che la “società sarà costretta a cessare la propria attività, con il licenziamento dei circa 300 lavoratori impiegati (che non potranno essere riassorbiti in alcun modo), e con la cessazione dell’attività delle numerose imprese che rappresentano il terziario. Ciò comporterebbe la chiusura di un’azienda efficiente e produttiva che, nel pieno rispetto della concessione in essere con Aams, ha sempre adempiuto a tutti gli obblighi assunti, garantendo allo Stato, nel corso degli anni, il regolare ed integrale pagamento dell’imposta erariale pari a circa 6 miliardi di euro”. I dipendenti, “si interrogano sul perché di quanto sta accadendo e, soprattutto, come tale questione non possa trovare, oggi, una soluzione diversa che preveda una tutela del proprio diritto al lavoro e delle proprie aspettative ed investimenti per il futuro”.