Rallenta la crescita delle connessioni internet mondiali e un terzo della popolazione resta offline. I nuovi dati comunicati dall’Itu (International telecommunication union delle Nazioni Unite) stimano a 5,3 miliardi le persone sul pianeta che hanno accesso a internet e questo vuol dire che 2,7 miliardi di persone sono in totale digital divide.
Non è un risultato di per sé negativo, perché è comunque un miglioramento rispetto ai 3 miliardi di persone offline nel 2021. Ma la crescita rallenta e l’obiettivo Onu della connettività universale nel 2030 si allontana, a meno che i Paesi non diano un forte colpo di acceleratore agli investimenti in infrastrutture e alla formazione delle competenze digitali.
“La pandemia di Covid-19 ha dato un forte impulso alla connettività, ma dobbiamo tenere quel ritmo se vogliamo assicurarci che tutti, ovunque, possano beneficiare delle tecnologie e dei servizi digitali”, afferma il segretario generale dell’Itu, Houlin Zhao. “Questo può essere ottenuto con maggiori investimenti in reti e tecnologie digitali, implementando la best practice regulation e continuando a dare attenzione allo sviluppo delle competenze”.
Le disparità regionali
A livello globale, il numero di utenti di internet è cresciuto del 7% e la penetrazione di internet – la quota di individui che utilizzano effettivamente la rete – è cresciuta del 6% tra il 2021 e il 2022.
Tuttavia, la crescita è distribuita in modo non uniforme tra le regioni. Le aree con bassa penetrazione di internet hanno raggiunto la crescita più rapida nell’ultimo anno, seguendo un tipico modello di diffusione per le tecnologie nuove ed emergenti.
L’Africa, la meno connessa delle sei regioni mondiali dell’Itu, ha raggiunto una crescita del 13% su base annua della penetrazione di Internet. Oggi, il 40% della popolazione in Africa è online.
Gli Stati arabi hanno mostrato una forte crescita, con Internet che ora raggiunge il 70% della popolazione.
In Asia e nel Pacifico, la penetrazione di Internet è cresciuta dal 61% nel 2021 al 64% nel 2022, rispetto alla popolazione della regione.
Le Americhe, la Comunità degli Stati Indipendenti e l’Europa hanno raggiunto ciascuna una crescita del 3%, con oltre l’80 per cento della popolazione online in ogni regione. L’Europa rimane la regione più connessa a livello globale, con l’89% della sua popolazione online.
Le due sfide alla connettività globale
Secondo l’Itu sono due le sfide che si presentano oggi lungo il percorso che dovrà portare i benefici della trasformazione digitale in tutto il mondo.
In primo luogo raggiungere la connettività universale – in pratica, portare online il restante terzo dell’umanità – si rivelerà sempre più difficile. La maggior parte delle comunità relativamente facili da connettere ora ha accesso a tecnologie come la banda larga mobile, che stimola l’adozione rapida e diffusa dei servizi digitali. Quelle ancora offline vivono per lo più in aree remote: portare internet al restante terzo della popolazione mondiale sarà più complicato di quanto sia stato portarlo a chi è già online.
La seconda sfida è rappresentata dal complesso passaggio dalla connettività di base a quella significativa, attraverso la quale le persone non solo hanno un accesso immediato a internet, ma sono in grado di usarlo regolarmente ed efficacemente per migliorare la loro vita. L’Itu definisce connettività significativa “un livello di connettività che consente agli utenti di avere un’esperienza online sicura, soddisfacente, arricchente e produttiva a un costo accessibile”.
Gli ostacoli da superare
Secondo il report, le barriere da superare per avvicinare l’umanità agli obiettivi della connettività universale e della connettività significativa sono: la bassa velocità di Internet; l’accessibilità limitata di hardware e pacchetti di abbonamento; l’inadeguata conoscenza dei vantaggi di Internet e le competenze digitali inadeguate; le barriere linguistiche e di alfabetizzazione; questioni come la discriminazione di genere o la mancanza di una fonte di alimentazione affidabile. Tutti questi temi devono essere affrontati per permettere a tutti di godere di un accesso equo alle risorse online.